Rassegna, 14 agosto 2012
Blocco Ilva, il governo ricorre alla Corte Costituzionale?
• All’indomani della decisione del gip, Patrizia Todisco, di bloccare la produzione nell’acciaieria Ilva di Taranto (accusata di disastro ambientale), il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, ha annunciato al Gr1 Rai che il governo è pronto a chiedere alla Corte Costituzionale di «verificare se non sia stato menomato un nostro potere: il potere di fare politica industriale». Virginia Piccolillo [CdS]: «Una decisione forte e dai delicati profili giuridici che è ancora allo studio: formalmente non è stata ancora incaricata l’Avvocatura dello Stato. E che si tenterà di evitare con la missione a Taranto, il prossimo venerdì, degli “inviati” del presidente del Consiglio, Mario Monti: i ministri Corrado Passera (Sviluppo economico) e Corrado Clini (Ambiente)». I sindacati, intanto, si sono spaccati: «Ieri mattina, per la prima volta da quando è in piedi questo caso giudiziario, hanno deciso di imboccare strade separate. Per Fim e Uilm, che dalle dieci a mezzogiorno hanno paralizzato con un corteo la via Appia, “protestare e scioperare è l’unica arma che ci resta”. Per la Fiom, che si è dissociata dalla manifestazione, lo sciopero è “inutile e irresponsabile” perché è diventato “un attacco alle decisioni della magistratura”» [Giusi Fasano, CsS]. Niki Vendola, presidente della Regione Puglia: «Ci sono in giro tanti nemici della mediazione. Da una parte l’industrialismo cieco, vecchio stile, tipo Italsider che ha avvelenato le nostre città. Dall’altra, l’ambientalismo fondamentalista, che pensa di fare a meno dell’industria. Roba da reazionari» [Umberto Rosso, Rep]