Rassegna, 13 agosto 2012
Egitto, sfida ai militari: via il capo della giunta
• Il neoeletto presidente egiziano Mohammed Morsi ha rimosso il capo delle forze armate e ministro della Difesa, generale Hussein Tantawi, cancellando le norme che accrescevano i poteri militari: «La grande purga. Si sapeva che, non si sapeva quando. Due mesi dopo il “golpe costituzionale” dei generali (che gli avevano tolto il comando delle forze armate), una settimana dopo il prevedibile massacro dei 16 soldati egiziani nel Sinai (che l’ha costretto a mandare gli elicotteri nel deserto, bombardando i salafiti), il fratello islamico Mohammed Morsi decide di regolare i conti. Via i pezzi più pregiati della giunta militare sopravvissuta a Mubarak. E via il generale Hussein Tantawi, il grande rivale, che solo pochi giorni fa aveva lui stesso nominato ministro della Difesa, in uno stupore non diverso da quello che ora ne circonda il siluramento. Il segnale al Paese è chiaro: un comunicato, poche righe lette dal portavoce, e in un soffio il presidente egiziano spegne le stellette d’Esercito, Aviazione e Marina, riprendendosi tutti i poteri con la nomina d’un suo vice» [Francesco Battistini, CdS]. Lawrence Korb, esperto statunitense del think tank democratico Center for American Progress: «L’Egitto è arrivato ad un punto di svolta: deve decidere se vuole essere la Turchia, o il Pakistan. Quindi la mossa del presidente Morsi va bene, anche agli Stati Uniti, perché noi vogliamo un governo democratico guidato dai civili» [Paolo Mastrolilli, Sta]