Rassegna, 8 agosto 2012
Il pianto di Schwazer
• Intervistato dal Tg1, il marciatore Alex Schwazer, oro della 50 chilometri alle Olimpiadi di Pechino 2008 di recente risultato positivo a un test antidoping (Epo), ha detto tra le lacrime: «Ho perso tutto, ora lasciatemi tranquillo» e ha ribadito di aver fatto ricorso a pratiche illecite solo nelle ultime settimane. Gli credono in pochi: «Alex Schwazer frequentava lo studio del dottor doping, alias Michele Ferrari, dal 2010, l’anno in cui decise di separarsi da Sandro Damilano e affidarsi a un nuovo tecnico, Michele Didoni. Si incrina la fragile e inverosimile versione dell’atleta: l’Epo non era “fai da te”, soprattutto non sarebbe stato il colpo di testa di una notte di mezza estate. È quanto emerge dall’inchiesta del procuratore di Padova, Benedetto Roberti, titolare di un fascicolo corposo sullo sport drogato. Il pm ha stretto un efficace rapporto di collaborazione con la Wada, l’agenzia antidoping sotto l’egida del Cio, e il controllo del 30 luglio fatale al marciatore sarebbe scattato proprio grazie a un suo input» [Guido Boffo, Sta]