Rassegna, 8 agosto 2012
-2,5% per il Pil, ma la Borsa sale
• Secondo i dati Istat diffusi ieri, il Prodotto interno lordo nel secondo trimestre è crollato del 2,5% rispetto a un anno prima (-0,7% sul trimestre precedente) e si avvia a chiudere il 2012 a meno 1,9% se i prossimi mesi registreranno crescita zero: «L’Italia, con questi dati, si conferma la pecora nera tra i più importanti Paesi europei e il governo sarà costretto a rivedere tutta la sua filiera di calcoli visto che nel Def di aprile il calo del Pil per il 2012 era stimato a meno 1,2%» [R. Ba., CdS]. Commenta Luigi Grassia sulla Stampa: «Ieri l’economia reale è andata da una parte e quella finanziaria dall’altra. L’Istat ha diffuso numeri negativi sul Pil e sulla produzione industriale italiana, mentre la Borsa di Milano ha messo a segno un’altra seduta in rialzo, disinteressandosi completamente dell’economia reale. Fra le due, la linea di tendenza di Piazza Affari potrebbe risultare più importante nel medio e lungo termine, perché sono stati proprio i guai finanziari a costringere l’Italia alla recessione, in una maniera quasi artificiale (tanti sacrifici necessari a curare i conti dello Stato, sacrifici che hanno affossato l’economia reale); se usciamo dal tunnel dello spread, anche l’economia reale si libererà, poco per volta, dalle catene che la frenano. Ma per oggi possiamo solo constatare che la recessione continua, anzi (per il momento) si aggrava».