Rassegna, 8 agosto 2012
L’Ilva di Taranto non chiude
• L’Ilva di Taranto continuerà a produrre e a dare lavoro ai suoi operai, restando sotto sequestro ma senza «spegnimento dell’impianto», come aveva chiesto la Procura. Così hanno stabilito i giudici del Riesame, rivedendo parte del provvedimento del gip Patrizia Todisco. Quattro esperti avranno il compito di «realizzare tutte le misure tecniche necessarie per eliminare le situazioni di pericolo», dovranno «garantire la sicurezza degli impianti» e mettere a punto «un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni inquinanti». L’ex prefetto di Milano Bruno Ferrante, oggi presidente del gruppo siderurgico più grande d’Europa: «Se dicessi che sono soddisfatto direi una grossa bugia, ma è evidente a tutti che in questo provvedimento non si parla più di chiusura e di interruzione dell’attività, si parla invece di utilizzo dell’impianto per la sicurezza e il risanamento ambientale». Fortunato Carrieri, 55 anni, nello stabilimento siderurgico dal 2002: «Non chiudono l’azienda, io non perdo il posto e i miei figli possono continuare a mangiare. Ma ci sono momenti in cui penso: cosa sarebbe successo se la città fosse scesa in piazza contro il mostro Ilva così come noi operai siamo scesi in strada per difendere Ilva e occupazione? Una guerra civile, credo» [G. Fas., CdS].