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 2012  agosto 08 Mercoledì calendario

Monti: con Berlusconi spread a 1200

• Dopo le tensioni con la Germania per l’intervista al settimanale tedesco “Der Spiegel”, nuove polemiche per un’intervista del premier Mario Monti al quotidiano statunitense “Wall Street Journal” (risale al mese scorso ma ne sono stati pubblicati lunghi estratti online con lancio sul giornale cartaceo): tra l’altro, ha detto che «se il governo di prima fosse ancora in carica lo spread sarebbe a 1.200». Monica Guerzoni sul Corriere della Sera: «Monti era pronto a correre a Montecitorio per placare con la sua presenza le ire del Pdl, che voleva disertare il voto finale sulla spending review. Ma poi i suoi gli hanno consigliato di tenersi alla larga dalla Camera nel momento di massima tensione e il premier ha chiamato Berlusconi: “Mi dispiace...”. Si è chiuso così, con le inevitabili scuse del caso, l’incidente sullo spread che aveva portato a un millimetro dalla rottura con il Cavaliere». La domanda è: cosa ha spinto Monti, nel giro di pochi giorni, a rendere più accidentato del solito il cammino del suo governo con due interviste consecutive come quelle a “Der Spiegel” e al “Wall Street Journal”. Spiega Marcello Sorgi sulla Stampa: «Quando parla a un giornale o a una tv, stranieri o italiani, Monti segue un suo filo di ragionamento e non si preoccupa delle conseguenze che le sue affermazioni possono provocare ai margini del sistema politico. Vale per la Germania, nel senso che non lo hanno preoccupato i toni elettorali anti-italiani di alcuni politici tedeschi, mentre ha accolto con soddisfazione il gradimento della Merkel alle sue parole su “Der Spiegel”. E vale anche per l’Italia. Non solo perché era evidente che i destinatari dell’intervista al “WSJ” non erano i senatori del centrodestra, ma i lettori più attenti dell’autorevole giornale finanziario americano (che non a caso ha presentato l’articolo con l’aggiunta di una serie di analisi e di pareri sul nuovo corso italiano)» [Marcello Sorgi, Sta].