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 2012  agosto 07 Martedì calendario

Gli americani hanno mandato su Marte un altro oggetto tecnologicamente avanzatissimo, cioè un “rover” (si chiamano così i veicoli capaci di muoversi sulla superficie di un corpo celeste) a cui è stato dato il nome di “Curiosity”, trovato, mediante concorso, da una studentessa

Gli americani hanno mandato su Marte un altro oggetto tecnologicamente avanzatissimo, cioè un “rover” (si chiamano così i veicoli capaci di muoversi sulla superficie di un corpo celeste) a cui è stato dato il nome di “Curiosity”, trovato, mediante concorso, da una studentessa. Ufficialmente “Curiosity” deve dirci se su Marte c’è stata o non c’è stata, in passato, una qualche forma di vita.

Lei sa già che trovo l’astronomia noiosissima.

Proverò a eccitarla con qualche numero spettacolare. “Curiosity” è arrivato su Marte dopo un viaggio di 567 milioni di chilometri (ripeto: 567 milioni). È partito lo scorso 26 novembre da Cape Canaveral. Ha viaggiato alla velocità di 21 mila chilometri all’ora (ripeto: 21 mila chilometri all’ora) portando con sé strumentazioni pesanti 899 chili. È stata straordinaria, ieri mattina (ore 7.31 in Italia), la frenata: si trattava di passare, in sette minuti (i “sette minuti del terrore”), da 21 mila a 2,7 chilometri all’ora.

E come si fa?

Con dei retrorazzi e un paracadute. L’ammartaggio – diciamo così –, trasmesso in diretta streaming su internet (cinque fotogrammi al secondo registrati dalla telecamera Mars Descent Imager, detta anche Mardi), è stato seguito da milioni di americani. A Times Square (New York) è stato allestito un maxi-schermo a beneficio di una folla di patrioti. Perché, naturalmente, il Paese s’è molto inorgoglito dell’impresa. Obama ha parlato di «exploit tecnologico senza precedenti, fonte di orgoglio nazionale per il nostro futuro, prova che anche le cose più difficili  non resistono al nostro mix unico di ingegno e determinazione. Questo successo ci ricorda anche la nostra supremazia non soltanto nello spazio ma sulla Terra. Frutto di continui investimenti e innovazione, invidia per tutto il mondo» eccetera eccetera.

• Perché la cosa mi lascia tanto freddo? Avranno speso un sacco di soldi e per cosa? Scoprire che qualche miliardo di anni fa un qualche batterio passeggiava sui canali…

L’impresa è costata due miliardi e mezzo di dollari. Stanziati con qualche preoccupazione, naturalmente: delle precedenti 19 missioni su Marte, sei sono fallite. “Curiosity”, che ha l’aria di una simpatica automobile aliena, con sei ruote e un sacco di aggeggi che fuoriescono dal presunto abitacolo, è più grande dei robot precedenti. Ha mandato due foto in bianco e nero e poi ha cominciato a esaminare se stesso, per esser certo che viaggio e ammartaggio non abbiano compromesso nessuna funzione. Resterà così, senza muovere un passo, per tre giorni. Domani inquadrerà il cratere Gale, all’interno del quale è sceso, farà una ripresa panoramica a colori con una delle due telecamere in dotazione e quindi comincerà ad arrampicarsi sulle sue pendici. Nelle missioni precedenti, si sceglieva per la discesa un sito piatto, che rendeva le operazioni di ammartaggio più semplici, ma che non metteva a disposizione strati geologici interessanti. Questo cratere Gale, invece, potrebbe essere stato in passato un lago o aver ospitato acqua. Il Sample Analysys at Mars, detto Sam, analizzerà i campioni prelevati al suolo per trovare almeno uno dei quattro elementi-chiave della vita: idrogeno, ossigeno, carbonio e azoto. Sam è nello stesso tempo uno spettrometro di massa, un gascromatografo e uno spettrometro laser. Le risparmio la lista degli altri strumenti con cui verrà esaminato il suolo di Marte. Curiosity resterà lassù due anni terrestri, cioè un anno marziano.

Senta, pensandoci bene, non è possibile che tutti questi soldi, tutta questa tecnologia siano impiegati solo per sapere se su Marte ci sia o ci sia stata vita. Tra l’altro la vita potrebbe esserci anche da qualche altra parte, ho letto di pianeti al di fuori del sistema solare che potrebbero avere le caratteristiche…

Sì, Exolife, gruppo dell’Università di Vienna, sostiene che tra i 760 pianeti scoperti al di fuori del sistema solare ce ne sono almeno quattro con l’acqua liquida in superficie, dunque teoricamente abitabili. Teniamo conto che 760 pianeti scoperti sono una miseria: i pianeti in tutto l’universo sono miliardi. Quanto alla vita, non dobbiamo pensare a una forma di vita evoluta come la nostra, che si ritiene ormai altamente improbabile (le consiglio, su questo argomento, un libro magnifico, scritto da Stephen Webb, pubblicato da Codice e che ha nel titolo il celebre paradosso di Fermi: Se l’Universo brulica di alieni… dove sono tutti quanti?). Si tratta, casomai, di provare l’esistenza di organismi monocellulari, in grado di sopravvivere a condizioni estreme. Quanto al resto della sua domanda, beh, è ovvio: non si tratta solo dei marziani, che sono un ottimo argomento per i media. La questione riguarda le enorme ricchezze che si trovano, quasi a portata di mano, nell’universo. E la gara con i cinesi.

Cioè, tanti materiali che sulla Terra non ci sono o sono scarsi, potremmo prenderli dalla Luna o da Marte. E i cinesi su questo ci fanno la concorrenza.

A Seattle, per esempio, esiste già una società che si propone l’estrazione e la commercializzazione di minerali ricavati dagli asteroidi o dalle rocce spaziali. Specialmente uranio e platino. Gli asteroidi che ruotano intorno alla Terra e hanno un diametro superiore ai 150 metri sono novemila. Quanto ai cinesi sono in piena conquista dello spazio. Hanno una stazione orbitante (la Tiangong), nel 2014 inaugureranno una nuova base spaziale sull’isola di Hainan, e intendono colonizzare la Luna entro il 2030 e Marte entro il 2040. Gli americani giudicano la loro tecnologia credibile. E Curiosity è anche figlia di questa convizione.


[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 7 agosto 2012]