La Gazzetta dello Sport, 4 agosto 2012
Mario Draghi è stato veramente sconfitto nella sua battaglia contro i rigoristi nordici? Giovedì i mercati sembravano credere di sì
Mario Draghi è stato veramente sconfitto nella sua battaglia contro i rigoristi nordici? Giovedì i mercati sembravano credere di sì. Ieri invece i mercati hanno deciso che no, probabilmente Draghi non è stato sconfitto. Le Borse hanno avuto rimbalzi spettacolari: Milano (la migliore in Europa) +6,3%, Madrid +6%, Francoforte e Parigi +4%. Lo spread è precipitato a 460. Insomma, la notte, che giovedì sembrava tanto nera, ha fatto sorgere venerdì una magnifica alba.
• Tutto bene. Tranne questo: non ci capisco niente.
Maggiori informazioni hanno reso più comprensibili le mosse di Draghi. S’è capito che alle sue parole di Londra, che avevano determinato un primo forte recupero di Borse e spread, era stata data una lettura semplicistica. Si era cioè pensato che così, come se nulla fosse, la Banca Centrale Europea, di fronte agli attacchi ai titoli italiani e spagnoli, si sarebbe messa a comprare sui mercati impedendo la caduta dei valori e l’impennarsi dei rendimenti. Questa linea, del tutto normale per Banche centrali come l’americana Fed, non è praticabile in Europa perché la Bce non può intervenire sul mercato e comprare i debiti degli stati: lo proibiscono i regolamenti. Trichet, che lo aveva fatto un anno fa quasi di soppiatto, s’era visto duramente contestare dai nordici e aveva dovuto subire le dimissioni per protesta di Alex Weber e Jürgen Stark. Senza ottenere granché, alla fine: al ritmo di 20 miliardi a settimana, Francoforte s’era caricata di 211 miliardi di titoli italiani e spagnoli senza che nei due paesi si facesse un solo passo in direzione delle riforme di struttura e delle politiche di rigore.
• Ma se non si metterà a comprare i titoli dei paesi deboli, come farà Draghi a impedire il cataclisma di vendite, la bancarotta di Madrid e di Roma, la morte dell’euro?
Il concetto che l’euro è irreversibile e che bisogna fare qualunque cosa per difenderlo è stato votato all’unanimità dai membri del Consiglio. L’attivazione dello scudo anti-spread mediante l’acquisto di titoli sia alle aste che sul mercato secondario ha avuto un solo voto contrario, quello del governatore della Bundesbank, Jens Weidmann. Anche l’altro membro tedesco del consiglio, un uomo di Frau Merkel, ha votato a favore. E i rigoristi finlandesi e olandesi che l’anno scorso avevano fatto la guerra a Trichet stavolta se ne sono stati buoni, astenendosi o secondo alcuni addirittura votando a favore. Quindi, a questo punto, Draghi ha avuto il via libera per intervenire sui mercati.
• Capisco dal suo tono che c’è un “però”.
Però Draghi interverrà solo se i paesi in difficoltà lo chiederanno e nel momento in cui lo chiederanno dovranno impegnarsi a mantenere i patti, cioè a realizzare effettivamente i risparmi promessi e le riorganizzazioni necessarie a ridurre il debito. Dovranno impegnarsi i governanti attuali e i governanti futuri, perché prima che si arrivi a un’integrazione europea abbastanza forte da permettere l’emissione di eurobond ci vorranno dieci anni. Quindi, non dovrà firmare il patto solo Monti, ma anche gli altri capi-partito ipoteticamente prossimi premier: Bersani, Berlusconi, Casini, Grillo…
• Mi pare un sogno… È come dire che Draghi si prepara a commissariare l’Italia.
Si segnala infatti un malumore di Bersani, che sostiene questo governo ma vuole farla finita al più presto con la grande coalizione, in modo da entrar lui a Palazzo Chigi (ci saranno per consacrarlo anche le primarie, dove però Vendola ha già dimostrato in passato una certa capacità di vincere). D’altra parte, se l’Italia ricominciasse a fare la furba ci sarebbero non solo le solite sanzioni europee, ma l’abbandono del paese al suo destino in termini di debito. Lo si lascerebbe andare in bancarotta… Non sottovaluti questa parola. Significa un precipitare nella miseria per tutti, scaffali vuoti, nessuna merce straniera, perdita delle nostre ricchezze. Pensi che i finlandesi vorrebbero, prima che la Bce si metta a comprare i nostri titoli, che noi dessimo in garanzia i nostri patrimoni, cioè le nostre aziende, le nostre opere d’arte… E se non mantenessimo la parola, diventerebbero di Helsinki e di tutti gli altri.
• Quando scatterà questo piano di Draghi?
La Bce agirà sul mercato secondario, soccorrendo soprattutto i titoli a breve (tre mesi-due anni), mentre il Fondo Esm andrà a comprare alle aste anche i titoli a dieci anni. L’obiettivo sarà di non permettere spread tanto alti. Francoforte non comprerà solo Italia e Spagna, venderà anche Bund, magari allo scoperto. Le regole per muoversi col consenso generale, a parte Weidmann (ma la Merkel sta con Draghi), saranno precisate in quaranta giorni-due mesi. È in questo lasso di tempo che si nascondono i pericoli maggiori. Perché è possibile che chi comprando cds ha scommesso sulla morte dell’euro tenti qualche ultima carta per uccidere la moneta unica e incassare un mucchio di denaro.
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 4 agosto 2012]