Rassegna, 7 agosto 2012
Il premier siriano dalla parte dei ribelli
• Mentre ad Aleppo proseguono violenti gli scontri a fuoco, il premier siriano Riad Hijab è passato con i ribelli ed è fuggito in Giordania: «È in corso un genocidio», ha fatto sapere tramite Al Jazeera. Per il nostro ministro degli Esteri, Giulio Terzi, Assad è «sempre più isolato». Franco Venturini [Cds]: «Per comprendere la grande fuga del premier da Damasco occorre guardare a Nord, a quella Aleppo che gli insorti sperano di trasformare nella Stalingrado siriana (con Assad nei panni del perdente feldmaresciallo Paulus). Tra le case semidiroccate dei quartieri ribelli di Aleppo il grande massacro che è costato ventimila morti in diciassette mesi sta per emettere un primo verdetto militare: se la netta superiorità delle forze governative avrà la meglio nella battaglia ormai imminente, il regime di Bashar al Assad potrà sopravvivere almeno per qualche tempo; se invece l’“esercito libero” riuscirà a non farsi cacciare dal polmone economico siriano, il contagio della rivolta esploderà e il presidente dalle mani insanguinate farà bene a preparare rapidamente le valigie. Riad Hijab, sunnita ma membro del partito Baath e nominato primo ministro dallo stesso Assad meno di due mesi fa, non ha voluto attendere la verifica sul campo. Lui, e come lui la trentina di generali già riparati in Turchia, devono aver visto nelle tattiche di Assad la confessione della sua vulnerabilità, devono aver interpretato la grande concentrazione di forze che assedia Aleppo come un segno di debolezza».