Rassegna, 3 agosto 2012
Siria, Kofi Annan si dimette
• Kofi Annan si è dimesso dal suo incarico di mediatore Onu per la Siria. Rimarrà in carica solo fino al 31 agosto. Scrive Olimpio sul Cds: «Lo hanno sconfitto le sue illusioni di un piano impossibile, i continui veti di Russia e Cina al Palazzo di Vetro, la follia distruttrice di Assad, la testardaggine degli insorti non più disposti – a questo punto – a fermarsi. Dicevano di essere pronti a trattare e poi giù pugnalate alle spalle nella migliore delle tradizioni regionali. Ho fallito, ha spiegato Annan, perché non ho avuto l’adeguato supporto, Assad dovrebbe andarsene “per il bene del suo popolo”. E, al netto degli errori compiuti anche dall’Onu, è tutto vero. (…) Mosca e in seconda linea Pechino hanno fatto di tutto per tutelare il loro pupillo, Bashar Assad, contrastando qualsiasi misura di punizione. Inevitabile dunque per Annan passare la mano a un altro – lo stanno già cercando – che difficilmente potrà fare meglio. Puntuali quanto inutili le reazioni. La Russia si “rammarica” con Putin che si spinge a dire “che peccato”. La Siria è sulla stessa linea. La Francia denuncia “l’impasse“. Per gli Usa la colpa è di russi e cinesi. Parole travolte dalla battaglia delle città – Aleppo resiste alle cannonate dei governativi – e dalle manovre segrete».
• Barack Obama ha firmato un ordine segreto che autorizza la Cia a nuove iniziative in Siria al fianco dei ribelli. Contestualmente gli Usa portano a 76 milioni di dollari gli aiuti umanitari. [Olimpio, Cds]
• Scrive Cremonesi sul Cds che i combattenti stranieri tra i ribelli siriani sono circa duemila e al momento si trovano quasi tutti ad Aleppo.
• Per la prima volta dall’inizio della rivolta popolare contro Assad, le milizie ribelli hanno conquistato alcune zone del centro di Aleppo, la seconda città della Siria, dove da una settimana è in corso una brutale battaglia contro i soldati del regime. Smentendo le notizie della tv ufficiale siriana, un inviato di Al Jazeera ha mostrato le immagini dei quartieri centrali in mano ai ribelli. Le forze fedeli ad Assad si preparano alla controffensiva, ma non sono ancora in grado di controllare totalmente l’aeroporto, da dove partono gli aerei pronti a bombardare decine di migliaia di civili innocenti. [Flores D’Arcais, Rep]