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 2012  agosto 03 Venerdì calendario

Draghi: pronti a interventi straordinari

• La Banca centrale europea ha annunciato un programma di azioni straordinarie a sostegno dell’euro, come l’acquisto di titoli dei Paesi più in difficoltà, ma senza dare una data e senza precisare i contenuti del piano. I mercati si aspettavano di più e hanno reagito male alle spiegazioni di Mario Draghi che in sostanza rinvia alle prossime settimane ogni intervento, dopo aver acceso molte attese con l’impegno preso una settimana fa a Londra di fare tutto il necessario per salvaguardare la stabilità dell’euro. Draghi ha poi spiegato che l’impegno ad agire con operazioni non standard con l’acquisto dei bond sul mercato secondario è stato approvato con un’unica voce discorde (la Bundesbank). Certo, ha precisato, si tratta per ora solo di una possibilità che richiederà un lavoro di riflessione e di studio per disegnare le nuove misure. E si tratta soprattutto di un’azione che richiede la prioritaria azione dei governi. «Ancora nessun Paese ha chiesto l’intervento del Fondo salva Stati», Efsf o Esm che sia, ha spiegato insistendo sulla necessità che i governi approvino prima le regole su tale intervento, che comprendono la condizionalità. [Tamburello, Cds]

• Ricorda la Tamburello sul Cds che «la Banca centrale europea a differenza della Federal Reserve americana che è molto più generosa nelle sue comunicazioni, mantiene lo stretto riserbo sui contenuti delle discussioni nel consiglio direttivo. In questo caso però è facile immaginare che a mettersi di traverso sia stato proprio il presidente della Bundesbank Weidman, la cui posizione sull’acquisto dei titoli “è nota” come ha avuto modo di ripetere Draghi. Diversamente non sembra che ci siano stati contrasti nel riaffermare – a Francoforte lo ripetono da tempo – che la politica monetaria non può sostituirsi ai governi. Perché la Bce dovrebbe intervenire quando i Paesi tardano a muoversi? Il problema – e certo Draghi non lo ignora – sono le condizioni connesse all’intervento che, per i Paesi ad esempio che già hanno fatto riforme, tagli e rincari di tasse come l’Italia, potrebbero significare ulteriori pressioni recessive e freni alla crescita».

• I media tedeschi, da Handelsblatt, alla Frankfurter allo Spiegel, che sparano su Draghi, lo bocciano come personaggio «in balìa dei mercati» e che porterà solo all’inflazione e «alla perdita di indipendenza dai poteri politici e di credibilità da parte dell’Istituto». Commenti positivi vengono invece dai governi: appoggiano Draghi il vicecancelliere tedesco Philipp Roesler, pure considerato un falco, e il ministro dell’Economia francese, Pierre Moscovici. [Tarquini, Rep]