Rassegna, 31 luglio 2012
Il carabiniere rapito in Yemen è in mano a una tribù
• Alessandro Spadotto, il carabiniere 29enne di San Vito al Tagliamento, in provincia di Pordenone, rapito domenica pomeriggio a Sana’a, nello Yemen, è nelle mani di un gruppo tribale locale. Lo hanno rivelato fonti italiane dell’intelligence e dell’anti terrorismo, secondo cui è già stato attivato un contatto, e lo ha confermato il ministro dell’Interno yemenita. L’importante, adesso, è chiudere la partita, prima che i rapitori possano decidere di cambiare mano. Secondo fonti tribali, i rapitori chiedono il rilascio di un detenuto e la restituzione di alcune terre nella capitale. Non ci sono dunque motivi terroristici dietro il rapimento, e non è emerso alcun legame con Al Qaeda: la cattura di Spadotto, carabiniere del 13° battaglione di Gorizia e nuovo responsabile della sicurezza dell’ambasciatore italiano nello Yemen, servirebbe piuttosto a ottenere una contropartita dal governo yemenita. [Rep]
• Scrive la Sarzanini sul Cds che la Farnesina e l’intelligence voglio fare in fretta per impedire che Spadotto passi di mano e possa essere ceduto a un gruppo terroristico. E poi spiega: «In questi casi i timori più forti riguardano la possibilità che l’esercito o la polizia locale decidano di intervenire con un blitz, mettendo così a rischio il prigioniero. Un’eventualità che diventa più probabile quando si tratta di un sequestro a scopo di estorsione, dunque compiuto da banditi in cerca di soldi. L’Italia ha invece sempre privilegiato la linea della trattativa. Del resto anche nei contatti tra i servizi di sicurezza di Yemen e Italia sarebbe stata ribadita la necessità di valutare insieme la possibilità – qualora si presentassero le condizioni – di intervenire con la forza».