Rassegna, 27 luglio 2012
Colle, morto d’infarto D’Ambrosio. La rabbia di Napolitano
• Un infarto si è portato via Loris D’Ambrosio, 65 anni, magistrato e consulente giuridico del Presidente della Repubblica. Si è sentito male poco dopo le 15, nella sede della casa editrice Cedam. Da un mese era sui giornali per via delle telefonate con l’ex ministro Mancino registrate a Palermo nell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia. Giorgio Napolitano ha ufficializzato la notizia con una nota di grande plauso per D’Ambrosio e di altrettanto «grande rammarico per una campagna violenta e irresponsabile di insinuazioni e di escogitazioni ingiuriose cui egli era stato di recente pubblicamente esposto, senza alcun rispetto per la sua storia e la sua sensibilità di magistrato intemerato, che ha fatto onore all’amministrazione della giustizia del nostro Paese». Una staffilata per i magistrati di Palermo e per chi ha condannato in anticipo D’Ambrosio per i colloqui con Mancino, ovvero Antonio di Pietri, Beppe Grillo e Il Fatto Quotidiano. Consigliere «prezioso, infaticabile, lealissimo servitore dello Stato». L’animo di Napolitano è «sconvolto», il dolore «profondo». Di D’Ambrosio ricorda «gli anni in prima linea al fianco di Falcone» e quelli «di coraggioso combattente contro il terrorismo». [Milella, Rep]
• Già nei giorni scorsi Di Pietro aveva duramente attaccato il Colle e D’Ambrosio. E ieri, pur esprimendo «cordoglio e rispetto per la morte improvvisa del dottor Loris D’Ambrosio» non ha mancato di rispedire al mittente «ogni strumentalizzazione che ne viene fatta, quasi a voler far credere che la colpa sia di chi ha criticato il suo operato e non di chi ha tentato di sfruttare il suo ruolo». Una voce in controtendenza rispetto al coro unanime di apprezzamenti nei confronti dell’ ex magistrato e giurista. [Longo, Sta]