Rassegna, 24 luglio 2012
In tribunale il killer di Denver
• James Holmes, il ventiquattrenne accusato del massacro di Denver, nel quale hanno perso la vita 12 persone e altre 58 sono state ferite, è comparso ieri in tribunale. Barba incolta, i capelli ancora colorati di rosso-arancio, vestito con una tuta amaranto da carcerato, probabilmente indossata su un giubbotto anti-proiettile, Holmes non ha detto una parola. È stata un’udienza preliminare. Il giudice ha letto all’imputato i suoi diritti, spiegandogli che sarà formalmente accusato di omicidio plurimo di primo grado, oltre a una serie di crimini minori, come la tentata strage, per aver imbottito il suo appartamento con trappole esplosive, poi disinnescate dalla polizia. La pubblica accusa ha fatto sapere che sta considerando di chiedere la condanna a morte. [Valentino, Cds]
• La pena capitale è in vigore in Colorado, ma da anni non viene eseguita: ci sono solo tre condannati nel braccio della morte e l’ultima esecuzione è avvenuta nel 1997. [Valentino, Cds]
• La Abc ha rivelato che Holmes un mese fa aveva chiesto di aderire a un poligono privato di tiro. Ma il proprietario, dopo aver ascoltato la strana segreteria telefonica del ragazzo, definita «bizzarra e ispirata alla voce di Batman», aveva deciso di rifiutargli l’iscrizione. [Valentino, Cds]