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 2012  luglio 20 Venerdì calendario

Napolitano: «Verità su Borsellino e sulla trattativa con la mafia»

• Alla commemorazione per i venti anni dall’uccisione di Paolo Borsellino, organizzata a Palermo dall’Anm, Giorgio Napolitano ha inviato un messaggio in cui invita a proseguire sulla strada intrapresa per smascherare «errori e infamie» che hanno depistato le indagini sulla strage di via D’Amelio e a fare luce su «torbide ipotesi di trattativa». Anche per questo, ha aggiunto il Presidente, «bisogna evitare sovrapposizioni di indagini» e «pubblicità improprie e generatrici di confusione». Alla lettura del messaggio, nell’aula magna del tribunale, una certa freddezza, con il presidente dell’Anm palermitana, Nino Di Matteo, il procuratore aggiunto Vittorio Teseri e Antonio Ingroia che non battono le mani. [Bianconi, Cds]

• Spiega Breda che con il messaggio di ieri di Napolitano «ha rivendicato ciò che, in un passaggio critico come questo, con tre Procure impegnate sulla stessa materia, bisogna fare per “scongiurare sovrapposizioni nelle indagini, difetti di collaborazione, pubblicità improprie e generatrici di confusione...”. Ecco, spiega Napolitano, su che cosa gli tocca “vegliare”. E, aggiunge, “devo farlo, come ho sempre fatto, con linearità, imparzialità severità”. Insomma: né pregiudizi, né coperture, per nessuno. Solo la segnalazione, non discrezionale ma obbligata, di comportamenti che gli appaiono a rischio di distorsioni, da parte delle toghe. Per il resto, per liquidare gli scenari torbidi, le provocazioni e i veleni (distillati in dosi massicce in particolare da Antonio Di Pietro), il presidente conferma che non intende coprire alcun mistero e sottrarre nessuno all’indispensabile scavo per arrivare finalmente alla verità sulla trattativa Stato-mafia, avvenuta tra il 1992 e il ’93. Perché, insiste, “non c’è alcuna ragione di Stato che possa giustificare ritardi nell’accertamento dei fatti e delle responsabilità, ritardi e incertezze nella ricerca della verità”. Il presidente si mette dunque, formalmente e moralmente, al fianco di quanti continuano l’opera del giudice ucciso. E confessa che “la falsa e distorta verità giudiziaria” denunciata da Agnese Borsellino ha rappresentato una “umiliazione” per tutti coloro che rappresentano lo Stato democratico. È il passaggio nel quale Napolitano rievoca una lettera inviatagli il 23 maggio dalla vedova del magistrato e, filtrando ricordi personali e figure a lui vicine, storicizza la sua scelta antimafia, maturata come “scelta civile” fin dagli anni della lotta antifascista».