Rassegna, 19 luglio 2012
Il Quirinale: da Di Pietro sospetti diffamatori
• Per il secondo giorno consecutivo Antonio Di Pietro ha attaccato il Presidente Giorgio Napolitano: «Mi permetto di criticare il presidente perché è in pieno conflitto d’interessi. Vorrei proprio chiedergli “cos’hai da nascondere?”. Cosa c’è nelle telefonate con Mancino che noi non possiamo sapere? Aiuti piuttosto i magistrati a fare il proprio lavoro e a trovare la verità». E ancora: «Io sostengo la procura di Palermo che sta cercando di fare il proprio dovere». Per chiudere così: «La trattativa tra lo Stato e la mafia c’è stata e vogliamo capire chi dello Stato si calò le braghe e si vendette l’anima al diavolo». Gli ha risposto il portavoce del Quirinale Pasquale Cascella, nel silenzio ufficiale del Colle, con un tweet di tre righe: «Leggo gravi espressioni diffamatorie nei confronti di Napolitano alle quali il presidente non può purtroppo reagire». Ma è come se lo avesse fatto, considerato il ruolo ufficiale di Cascella. [Milella, Rep]
• La Rampino (Sta) attacca il suo pezzo così: «Chi conosce bene Giorgio Napolitano non ha dubbi. Se fosse un privato cittadino avrebbe già querelato “chi prima alza polveroni, e poi si permette pure di accusare gli altri di infangare le istituzioni”».