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 2012  luglio 11 Mercoledì calendario

Schettino in tv: «Scusate, ero distratto»

• Sei mesi dopo il disastro della Costa Concordia, Francesco Schettino si è presentato in tv, intervistato nella trasmissione di Canale 5 Quinta Colonna. Boom di ascolti e di polemiche per il compenso che il comandante avrebbe ricevuto (si parla di 57 mila euro). Mediaset non ha commentato, il conduttore Salvo Sottile su Twitter ha smentito. [Caccia, Cds]

• Ecco l’intervista a Schettino in pillole: Domnica Cemortan? Solo una persona con cui farsi «due risate». La ballerina moldava era sulla plancia di comando perché «aspettava la cabina libera», «lei era una mia amica e del capo commissario, voleva fare una crociera con le sue amiche a bordo, comprare un biglietto in Russia ma non era riuscita a trovare un posto». Quanto al gossip, Schettino taglia corto: «È sicuramente una persona socievole ma nient’altro». E si sente anche lui vittima del naufragio: «La perdita della nave per un comandante è qualcosa... non esiste un metro di dolore. Ma devo chiedere scusa a tutti. Perché in quel momento durante l’avvicinamento al Giglio c’era un mio ufficiale al comando e io mi ero distratto perciò quei 32 morti ce l’ho sulla coscienza. Il potere di vita e di morte ce lo dovrebbe avere solo Dio». Sulla famosa telefonata col responsabile della Capitaneria di Livorno, Gregorio De Falco («Salga a bordo!») Schettino replica con durezza: «Io da comandante non ho mai dato un ordine che non possa essere eseguito, cioè lui ha richiamato un dovere senza capire che non poteva essere fatto». Per Schettino, De Falco «non aveva considerato che la nave sul lato dritto era affondata» e che «io avrei dovuto fare 300 metri a nuoto, cioè buttarmi in acqua, fare il giro della prora col cellulare da preservare, perché nel frattempo dovevo parlare con l’unità di crisi...». Ma è vero o no che ha abbandonato la nave? «Solo cattiverie. Io avrei voluto sorreggere la nave con le mani, però non mi è stato possibile. L’unica cosa che ho fatto: ho preso il cellulare e ho chiamato i soccorsi». Il comandante aggiunge: «Vorrei incontrare i parenti delle vittime». E infine: «Il passaggio al Giglio era un saluto, non un inchino». [Caccia, Cds]