La Gazzetta dello Sport, 11 luglio 2012
Siamo tutti attratti da questa dichiarazione di Mario Monti, il quale esclude di capeggiare un governo nella prossima legislatura

Siamo tutti attratti da questa dichiarazione di Mario Monti, il quale esclude di capeggiare un governo nella prossima legislatura. Dovremmo invece ragionare sulle conclusioni dell’Eurogruppo a Bruxelles, conclusioni buone, come dimostra il fatto che lo spread è sceso a 450 e le Borse sono risalite.
• Come credere a questi segnali? Lo spread è sceso tante volte, addirittura fino a 280 punti. E le Borse non fanno che andare su e giù.
Sì, la riunione dei ministri finanziari a Bruxelles si è tuttavia conclusa bene, e si deve dirlo, una volta tanto: stiamo sempre qui a combattere con notizie una peggiore dell’altra.
• Che significa “bene”?
Soprattutto che le tesi olandesi e finlandesi contro lo scudo antispread non sono passate. La signora Jutta Urpilainen, ministro delle Finanze di Helsinki (sottolineiamo che si tratta di una signora, una piacente signora bionda: ho letto giornali che hanno fatto le concordanze al maschile…), è stata messa a tacere da Draghi, che ha accusato finlandesi e olandesi di «minare la credibilità europea». Tutto questo significa che, pur con mille dubbi, tra i tedeschi (dietro finlandesi e olandesi ci sono sempre i tedeschi) stanno prevalendo le tesi del nostro primo ministro: quando un paese virtuoso è sotto attacco, la Banca Centrale Europea, comportandosi da agente del fondo Esm, acquisterà i titoli di questo paese virtuoso (mettiamo: l’Italia) in modo da sostenerne la quotazione ed evitare un aumento improprio dei tassi d’interesse sul debito. Questo senza pretendere dal “paese virtuoso” garanzie greche, senza pretendere cioè il commissariamento. Questa linea è sostanzialmente passata, anche se i ministri hanno stabilito di rivedersi il 20 luglio e poi ancora a settembre per continuare a discutere. Il problema è che il fondo Esm ha a disposizione un centinaio di miliardi reali e che le regole che lo riguardano devono ancora essere scritte. Potrebbero volerci mesi. Il vertice è andato bene anche sul resto. Gli spagnoli riceverenno entro luglio 30 miliardi per risolvere il problema delle loro banche. Il clima insomma era abbastanza positivo e Monti s’è potuto permettere questa dichiarazione che ieri apriva i resoconti di tutte le agenzie.
• Cioè che lui non guiderà un governo nella prossima legislatura.
La frase esatta è questa: «Ho sempre escluso, ed escludo anche oggi, di considerare un’esperienza di governo che vada oltre la scadenza naturale del governo che ho l’onore di presiedere». Ora, l’altro giorno il “Corriere della Sera” aveva raccontato che Monti, trovandosi al Circolo degli Economisti di Aix-en-Provence, aveva confidenzialmente ammesso che forse sarebbe stata opportuna una sua dichiarazione di “disponibilità” anche per il 2013. I mercati infatti temono un cambio della guardia in Italia, cioè il ritorno dei partiti. Ieri però Monti ha aggiunto alla sua dichiarazione di “indisponibilità” queste parole: «Anche chi verrà dopo continuerà il lavoro fatto finora, nell’ottica di una collaborazione efficace tra istituzioni europee e dell’urgenza di una vigilanza bancaria unificata».
• A quale delle due dichiarazioni di Monti si deve credere?
Credo che il gioco sia aperto. Tecnicamente, poi, Monti non ha bisogno di candidarsi: è già senatore a vita. Nulla vieta però che si formi uno schieramento favorevole a un Monti bis. Casini lo vuole, e a quanto pare lo vuole pure Berlusconi. Sarebbe la grande coalizione. Le grandi coalizioni si decidono però a urne chiuse.
• Dipenderà anche dal sistema elettorale.
Sì, e dopo le sollecitazioni di Napolitano, Camera e Senato metteranno in calendario la discussione sulla riforma entro dieci giorni. In ogni caso, il prossimo governo, con Monti o senza Monti, dovrà operare secondo le cautele raccomandate ieri dal Fondo Monetario Internazionale: «l’Italia – nonostante l’agenda ambiziosa di riforme – rimane vulnerabile al contagio della crisi dell’Eurozona, con conseguenze di un impatto sulla regione a livello globale». Cioè siamo sempre sull’orlo dell’abisso, secondo l’espressione adoperata in una delle sue tante intemerate contro il governo da Giorgio Squinzi (che ieri ha comunque abbassato i toni delle sue dichiarazioni). Il Fmi ci dà pure qualche buona notizia: l’avanzo primario (saldo tra entrate e uscite) dovrebbe salire oltre il 4% del pil entro il 2013. È il dato più alto nell’Eurozona. Crescerà però anche il debito: dal 120,1% del 2011 al 126,4% l’anno prossimo.
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 11 luglio 2012]