Rassegna, 9 luglio 2012
Italia e Francia contro i Paesi del nord che frenano l’euro
• L’Italia e la Francia premono perché si faccia presto a varare il meccanismo antispread e la supervisione unica delle banche europee, due strumenti concordati all’ultimo vertice europeo di Bruxelles, a fine giugno, ma che suscitano perplessità nei governi di Olanda, Finlandia e Germania. Alla vigilia della riunione dell’Eurogruppo che si terrà questa sera a Bruxelles, Mario Monti ha incontrato ieri ad Aix-en-Provence il ministro francese delle Finanze Pierre Moscovici. Il premier italiano ha criticato duramente «le dichiarazioni inappropriate di questa o quella autorità politica di certi Paesi nordici che avevano l’obiettivo, o comunque hanno avuto l’effetto, di sminuire la credibilità di quello che il Consiglio europeo ha deciso all’unanimità». Il riferimento del capo del governo italiano è alle dichiarazioni dei premier finlandese e olandese che minacciavano di mettere il veto sull’utilizzo del fondo salva-Stati per calmierare il mercato dei titoli di stato dei Paesi sotto attacco. Questa presa di posizione, secondo Monti, ha avuto l’effetto di far risalire gli spread sui bond italiani e spagnoli, che sono influenzati in senso negativo anche dai timori dei mercati per quello che potrebbe accadere in Italia dopo le prossime elezioni politiche. Il differenziale dei tassi di interesse, ha detto il presidente del Consiglio, è influenzato «da fattori di non ancora piena credibilità dei meccanismi e delle politiche a supporto dell’Eurozona. E forse, nel caso dell’Italia, c’è anche un po’ di incertezza su quello che succederà nella politica dopo le elezioni del 2013. Spero che l’Italia riesca a dimostrare presto con le riforme istituzionali che il ritorno a un normale processo elettorale sarà pienamente compatibile con la continuità delle politiche che l’Europa sta apprezzando». [Bonanni, Rep]
• Rampini (Rep) spiega perché i mercati hanno riportato su i tassi dei titoli italiani e spagnoli: «Gli investitori internazionali hanno fatto due conti. Anche ammesso che si superi il veto della Finlandia, anche ammesso che l’attuale fondo salva-Stati venga usato per comprare i nostri titoli, di risorse vere a disposizione ha grosso modo 100 miliardi di euro: un’inezia rispetto all’entità del debito pubblico italiano e spagnolo. L’unica potenza di fuoco davvero in grado di arginare la sfiducia, di spegnere per sempre la speculazione, è la “soluzione svizzera”. Cioè la potenza messa in campo dalla banca centrale elvetica, quando ha deciso di mettere un tetto alla rivalutazione del franco: si è detta disposta a stampare moneta in quantità illimitata, vendendo franchi svizzeri a volontà. Se la Bce annunciasse che stamperà euro senza limiti per comprare Bot italiani e bond spagnoli, nessuno potrebbe contrastarla. Ma la Bce non può farlo, è contro regole e statuti attuali, e una revisione della sua Costituzione dovrebbe passare da Berlino. Impossibile allo stato attuale».
• Oggi l’Eurogruppo dovrà decidere chi nominare alla propria testa, visto che l’attuale presidente Juncker scadrà il 16 luglio. La soluzione più probabile è una riconferma dello stesso Juncker fino alla fine dell’anno. [Bonanni, Rep]