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 2012  giugno 03 Domenica calendario

Biografia di Gerry Scotti

• (Virginio) Miradolo Terme (Pavia) 7 agosto 1956. Attore. Conduttore tv.
Vita Famiglia contadina originaria di Pavia, Gerry fin dalle scuole medie (in onore di un astronauta soprannominato Gerry). «Nonno era contadino, papà sognava la città: lavorava alle rotative del Corriere della Sera».
• «Racconta sempre che col suo compagno di banco erano gli unici figli di operai al liceo classico Carducci di Milano. “Come no, gli unici della classe: 2 su 32. Erano tutti figli di notai, avvocati, questa cosa me la porto dietro”» (Silvia Fumarola).
• «Mi mancano due esami per la laurea in Giurisprudenza, i miei avevano il cruccio che non avessi finito. Quando mi hanno chiesto di fare Deejay Television, Cecchetto credeva più di me nei miei mezzi di comunicatore. “Con tutti i ragazzi” si è chiesto qualcuno “dobbiamo scegliere questo che sembra il ragioniere della porta a fianco?”. È stata la mia carta vincente. Poi Fatma Ruffini mi affidò Il gioco dei nove e da lì, morfologicamente con quindici chili in più, sono finito nelle credenze degli italiani».
• «Gerry Scotti, quando ancora si chiamava Virginio, non ha cominciato, come tutti credono, facendo il disc-jockey ma lavorando in un’agenzia pubblicitaria come creativo: “Avevo un ottimo stipendio, un sacco di benefit, persino il dentista pagato”, ricorda il conduttore. “Così, quando dissi a casa che volevo darmi allo spettacolo, per poco a mia madre non prendeva un coccolone”. Poi Gerry divenne dj, uomo di tv e perfino deputato del Psi: “Mi affidarono le questioni giovanili e io presi la cosa talmente sul serio che cominciai a tempestare la Camera di proposte su proposte. Rimasero tutte inascoltate, lettera morta, e così mi dimisi e tornai alla tv”» (Gigi Vesigna) [Ogg 6/6/2013].
• Grazie a uno spot, per l’Italia è il “dottor Scotti” e lui, dell’azienda che reclamizza (di proprietà di Dario Scotti, nessuna parentela), è diventato anche azionista.
• Oltre a Passaparola, La corrida e Chi vuol esser milionario?, ha condotto, tra gli altri, Paperissima e Striscia la notizia (entrambi con Michelle Hunziker), 50-50, Io canto, Lo show dei record, The Money Drop, Avanti un altro! (in alternanza con Paolo Bonolis dal 2014). È stato giudice con Maria De Filippi e Rudy Zerbi di Italia’s Got Talent. E ora lo è di Tú Sí que vales e nel 2015 di Avanti un altro!. Visto nella fiction Finalmente soli, al fianco di Maria Amelia Monti.
• Ha confessato una possibile tentazione Rai: «L’intrattenimento già lo faccio benissimo qui, il preserale pure. Mi spiazzerebbero se mi dicessero: “Piero Angela ha deciso di lasciare, vogliamo che sia tu il nostro divulgatore per i prossimi dieci anni”» (a Maria Volpe).
• Nel 2007 premiato come miglior personaggio maschile agli Oscar tv della Rai, Telegatto di platino nel 2008, Guinness World Record nel 2011 come presentatore che ha condotto il maggior numero di puntate di Chi vuol essere milionario? di tutto il mondo.
• Commesso per un giorno (per beneficenza) nel negozio Montblanc di via Montenapoleone, a Milano. Si è detto pronto, in qualità di ex alunno, a finanziare con 25 mila euro il restauro dei Savi del Melotti del liceo Carducci di Milano.
• Dal 1991 al 2002 sposato con Patrizia Grosso, ne ha avuto il figlio Edoardo, ora aiuto reigista a Cucine da incubo (10 marzo 1992).
• Nel 2009, appena divorziato, scrisse una lettera al Corriere della Sera in cui esprimeva il proprio tormento per non poter fare la Comunione, «trovando conforto nelle parole del cardinale Carlo Maria Martini che proprio in quei giorni invitava la Chiesa ad avere un atteggiamento di comprensione verso i fedeli che vivono questa situazione di sofferenza. (…) “È una sofferenza partecipare alla Messa e non poter avvicinarsi alla Comunione. Oltretutto, specie nei piccoli centri dove si conoscono tutti, quando vai in chiesa la domenica tutti ti guardano. Se sei divorziato e fai la comunione sei esposto al pubblico ludibrio”» (Maria Volpe) [Cds 27/6/2014].
Critica «Fa la televisione con la stessa pacatezza con cui un altro fa l’impiegato alle poste. Scotti non si scalda, non polemizza, non si emoziona, non aggredisce, non si vanta, non critica, non spettegola. E macina ascolti. Passaparola, Chi vuol essere milionario?, la sit-com con Maria Amelia Monti, infine La corrida, ardua eredità di Corrado. Dal debutto nell’83 con Dee Jay Television su Italia 1, abbandonando una brillante carriera di pubblicitario, un titolo dopo l’altro, senza clamore, Gerry Scotti è diventato per il gruppo Mediaset una faccia da “periodo di garanzia”. Publitalia lo adora. Se c’è lui la serata non potrà mai andare troppo male. Non è una Ferrari, è un trattore: lo metti e marcia. Ma non si ferma» (La Stampa).
• «Se proprio dobbiamo trovargli un antesignano, Gerry è il solo, vero erede di Mario Riva il conduttore de Il musichiere. Come Riva, Scotti ha l’aria dello zio bonario e divertente di famiglia, della persona popolare ma “alla mano”, dell’amico di tutti ma non privo di un’ironia salace. Il che è quasi un paradosso se si pensa che zio Gerry è nato a Radio DeeJay, come disc-jockey, come interprete del tempo presente. Insomma nasce rock e vive lento, trasformando saggiamente la lentezza in virtù e regalando un sorriso alla quotidianità» (Aldo Grasso).
• «È spiritoso, intelligente, gradevole conversatore, non volgare, non ignorante. Presenta quiz tra ballerine scosciate, e non c’è niente di male, intendiamoci. Guadagna dei bei quattrini, e anche qui non c’è niente di male. Ma non sarà clamorosamente sprecato? Di solito parliamo male della tivù, e della società di massa in genere, perché esalta i mediocri e ne fa un modello. Sarebbe bene avere, anche, il sospetto inverso: la televisione mortifica i talenti, li ingabbia, li pialla. Non può permettersi il lusso della qualità, perché la qualità manderebbe in crisi l’intero sistema. A quelli bravi chiede poco, la televisione. Intanto perché la bravura non è richiesta, se non in misura minima. Poi perché la bravura scompaginerebbe i ranghi disciplinati dell’ovvio e del qualunque. E dunque, tornando a Gerry Scotti: fosse vissuto in altra epoca, probabilmente non avrebbe scritto la Divina Commedia. Ma altrettanto probabilmente le sue brillanti qualità di comunicatore, la sua socievolezza, la sua facilità di parola avrebbero avuto miglior luogo e miglior destino» (Michele Serra).
Frasi «Mi alzo alle 7 e mezzo. Poi entro in studio per le telepromozioni: lavoro per una tv commerciale, quasi il 50 percento deriva dal fare queste cose, non me ne sono mai vergognato».
• «Ho smesso di credere nei soldi quando non sono riuscito a salvare né mio padre né mia madre».
• «Non so se sono l’erede di Mike Bongiorno, ma mi fa piacere che lui lo dica. Non guardo le cassette del grande Mike. Non ho il suo dna, non cerco di essere un suo clone. Però è vero che sono cresciuto guardando in tv i suoi quiz, forse ce l’ho nell’imprinting. Mike ha capito che le sue gaffes (autentiche) piacevano, così le ha cavalcate. Io come lui ho imparato a prendermi in giro, scherzo sul mio aspetto fisico: la pancia, la pelata. Ma mentre io sono complice del concorrente, lui era severo, incuteva timore» (da un’intervista di Leandro Palestini).
• «Dopo la morte di Corrado pensavo che La corrida sarebbe scomparsa. Invece mi hanno proposto di rilanciarla. Io che dico subito sì o no, ho impiegato tempo prima di accettare. Non volevo passare per uno che imitava un modello inimitabile. E poi ritenevo che meglio di me l’avrebbero fatta Bonolis o Fiorello».
• «Sono vellutato e imbottito come certi divani dove è difficile farsi male. Alla radio ero più graffiante, più caustico. Negli anni ho affinato il modo di fare, metto a proprio agio chi viene in tv per la prima volta, altri colleghi hanno preso strade diverse».
• «Se esistono giovani presentatori all’orizzonte? No, non vedo qualcuno in grado di sostituirmi».
Politica Eletto alla Camera per il Psi nel 1987, non ci andò praticamente mai.
Tifo Milanista. «In tv guardo la serie A, la B, la C, la promozione, il campionato turco, quello svizzero e alla fine la mia compagna mi manda a quel paese».