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 2012  giugno 03 Domenica calendario

Biografia di Enzo Scotti

• (Vincenzo) Napoli 16 settembre 1933. Politico. Sottosegretario agli Esteri nel Berlusconi IV (prima delle elezioni si schierò con il Movimento per l’autonomia di Raffaele Lombardo). Espulso nel gennaio 2010 dal Mpa, fu tra i fondatori di Noi Sud (sigla già usata da altro partito); nel novembre 2011 si dimise da sottosegretario chiedendo «l’immediata formazione di un nuovo esecutivo politico» e in rappresentanza di Noi Sud partecipò alla promozione dei Liberali per l’Italia-Pli,.
• Eletto alla Camera nel 1968, 1972, 1976, 1979, 1983, 1987, 1992 (Dc). Fu ministro del Lavoro e della previdenza sociale nell’Andreotti IV e V e Cossiga I (1979-80), alla Funzione pubblica nel Cossiga II e nel Forlani (1980-1981), dei Beni culturali e ambientali nello Spadolini I e II (1981-1982), del Lavoro e della previdenza sociale nel Fanfani V (1982-1983), per la Protezione civile nel Craxi I (1983-1984), dell’Interno nell’Andreotti VI e VII (1990-1992), degli Esteri nell’Amato I (1992). Fu anche sindaco di Napoli (1984).
• Ministro degli Interni nel ’92, a detta di Claudio Martelli fu sostituito per volontà di Oscar Luigi Scalfaro per allentare la tensione tra Stato e mafia (Maria Antonietta Calabrò) [CdS 12/9/2012]. Anche secondo i pm che hanno ipotizzato trattative Stato-mafia la sua sostituzione fu propedeutica all’allentamento del carcere duro previsto dal 41bis (Virginia Piccolillo) [CdS 11/1/2013].
• Nei suoi Diari, Andreotti nel 1978 lo definì «bravissimo». Nel libro Cosa loro dimostra invece fastidio per il fatto che all’inizio degli anni ’90, dopo la scarcerazione di 40 mafiosi, sarebbe apparso uno dei più attivi nel varo della legge per porre rimedio ai rilasci (Maurizio Caprara) [CdS 7/5/2013].
• «Nei primi anni Ottanta l’Unità pubblicò un clamoroso documento che chiamava in causa Enzo Scotti, allora esponente di primo piano della Dc, a proposito del pagamento del riscatto alle Brigate Rosse per liberare l’assessore campano Ciro Cirillo. L’accusa era grave per tanti motivi, basti pensare che dall’omicidio Moro erano passati appena tre anni. Solo che il documento, per quanto verosimile, era un falso grossolano» (Massimo Bordin).
• «Un personaggio che alcuni chiamavano affettuosamente “Enzino”, per l’aria timida e simpatica da orsacchiotto che presentava fin dai tempi della scuola Cisl; mentre altri, più maligni, l’appellavano “Tarzan”. Questo secondo nomignolo d’incerto conio (c’è chi dice Donat-Cattin) nulla aveva a che fare con la reale prestanza fisica del soggetto, configurandosi semmai Scotti come un prototipo del pallido e gracile tipo democristiano, ma in modo fantastico ne coglieva la più spiccata attitudine a librarsi sulla temibile giungla dello scudo crociato usando appunto le correnti come liane. Ebbene. Di fronte all’ennesimo ritorno di Tarzan si resta sgomenti. Il compagno di Umberto Eco all’Azione cattolica, l’allievo di Giulio Pastore, e poi il kennediano, il basista, l’andreottiano, il forzanovista, l’antiCiriaco, il tardo-doroteo, l’effimero sindaco di Napoli, il ministro di quasi tutto, l’inquisito, ingiustamente, l’assolto quasi per tutto, e così via, via, via, fino a Berlusconi, per conto degli autonomisti. Incredibile, ma vero» (Filippo Ceccarelli).
• Nella Cisl prima di entrare in politica: «Fu il primo a essere silenziato dal lupo marsicano (Franco Marini, ndr) che, facendogli intorno terra bruciata, lo costrinse a lasciare il sindacato per darsi alla politica nella Dc».
• «“Dicevo a Forlani: qui casca tutto. Sbuffava: ‘Esagerato!’ Anche Craxi mi diceva così: ‘Esagerato!’ E invece...”. Gliel’ha riconosciuto anche Francesco Cossiga nella prefazione a Un irregolare nel Palazzo (Memori 2005), il suo diario: “Vincenzo Scotti fu, grazie anche all’azione informativa della polizia ed all’analisi compiuta da Vincenzo Parisi e dai suoi uomini, il primo che comprese che stava per scatenarsi la bufera di Mani pulite e che vi era il pericolo che si tentasse, come poi accadde!, un vero e proprio ‘golpe istituzionale’ per via giudiziaria contro la prima Repubblica. Che ne fu infatti travolta”» (Gian Antonio Stella).
• Sposato con Stefania Lazzari Celli, tre figli.