Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Antonio Negro

• Alassio (Savona) 17 giugno 1908 – Roma 25 marzo 2010. Medico. Caposcuola dell’omeopatia in Italia.
• Libero docente in Scienza dell’ortogenesi, per oltre vent’anni fu assistente del Professor Nicola Pende all’Università La Sapienza di Roma. In settant’anni di attività ha contribuito alla formazione scientifica di migliaia di medici di tutto il mondo.
• Nel 1950 ha fondato il Centro Ippocratico ispirato al padre dell’omeopatia Hahnemann; nel 1953 ha aperto l’Accademia di Medicina Omeopatica Hahnemanniana; poi la Scuola, la Simoh, di cui era presidente.
• Fu medico personale di Oscar Luigi Scalfaro e curò saltuariamente Sandro Pertini, che nel 1984 lo insignì del titolo di Grande ufficiale dell’ordine al merito della Repubblica italiana. Due anni dopo Francesco Cossiga gli attribuì il titolo di cavaliere di Gran Croce. Nel 1993 promosse la collana editoriale «Similia similibus curentur». Nel 2006 creò il Museo dell’omeopatia-Archivio storico, nella sede di piazza Navona.
• «In una magistrale conferenza del 1948, a Roma, al Centro internazionale di comparazione e sintesi diretto da monsignor Maurizio Raffa, Negro – affrontando il tema della malattia e dei malati da Alcmeone di Crotone (V secolo avanti Cristo) a Ippocrate di Kos, da Galeno di Pergamo a Paracelso, fino a Samuel Hahnemann – afferma che il dualismo medico omeopatia-allopatia è una lotta insensata. “È un dualismo che separa quanto è destinato a essere unito – dice Negro –. Infatti la medicina è una: essa analizza l’uomo quale costrutto materiale, per sintetizzarlo nel suo complesso psico-fisico”» (Carlo Vulpio) [Cds 9/6/2013].