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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Toni Negri

• (Antonio) Padova 1 agosto 1933. Filosofo. Esperto di Spinoza, nei primi anni Sessanta collaborò a Quaderni rossi, laboratorio culturale alle origini del Sessantotto. Nel 1964 pubblicò Stato e diritto nel giovane Hegel e ottenne la cattedra di Dottrina dello Stato all’Università di Padova. Leader di Autonomia operaia, fu tra i fondatori di Potere operaio. Nel 1977 pubblicò La forma Stato, nel 1978 Il dominio e il sabotaggio.
• Il 7 aprile 1979 fu arrestato con altri leader di gruppi extraparlamentari di sinistra con l’accusa di associazione sovversiva e insurrezione armata contro lo Stato: il sostituto procuratore della Repubblica di Padova Pietro Calogero lo riteneva, insieme ad altri “cattivi maestri”, la mente delle Brigate Rosse. Quando questa ipotesi venne meno, il “processo 7 aprile” fu spostato a Roma (Negri e altri vennero nel frattempo prosciolti a Padova dall’accusa di aver costituito una banda armata e di aver detenuto armi da guerra). «Calogero e gli altri hanno sbagliato per eccesso, ma anche per difetto. Il complotto, la cupola del terrorismo che tira le fila di tutte le sigle con Toni Negri nella parte del Grande Vecchio era un fantasma dietrologico, e dunque un eccesso. Ma l’esistenza di un tumulto sociale che noi tentavamo di organizzare, la teorizzazione della lotta armata anche se diversa da quella praticata dalle Br, compresi reati come rapine e gambizzazioni, erano tutte cose vere. Forse più diffuse e capaci di diffondersi di quanto immaginavano i magistrati» (Oreste Scalzone nel 2004 a Giovanni Bianconi). Nel giugno 1984 Negri fu condannato a 30 anni di carcere (ridotti a 12 in Appello) per il mortale rapimento di Carlo Saronio e per la rapina in cui venne ucciso il brigadiere Andrea Lombardini, condotti in associazione con altri, ma assolto con formula dubitativa dal reato di insurrezione armata. Latitante durante la lettura della sentenza: eletto deputato radicale (con oltre 13 mila preferenze) nell’83, era uscito di prigione ed era poi fuggito a Parigi. «Dal ’93 pensionato della Camera (3.108 euro mensili: cinque volte la pensione Inps di vecchiaia d’un operaio medio) dove passò il tempo necessario a 9 sedute (nove)» (Gian Antonio Stella). Nel 1997 rientrò in Italia, fece poco più di due anni di carcere (dopo i quattro scontati prima di diventare deputato), nell’agosto 99 ottenne la semilibertà.
• Tra le opere, il libro Commonwealth (Harvard University Press 2009), scritto con Michael Hardt, che conclude la trilogia avviata con Impero (2002) e Moltitudine (2004), entrambi editi da Rizzoli. Nel 2008 ha raccolto in volume i seminari tenuti al Collège International de Philosophie di Parigi (Fabbrica di Porcellana, Feltrinelli). Da ultimo Fabbriche del soggetto (Ombre Corte 2013).
• Ha scritto anche Goodbye Mr Socialism (Feltrinelli 2006) nel quale sottolinea come il vecchio modello socialista «ha dato tutto quello che poteva darci (...) Le energie rivoluzionarie sono diverse all’interno: l’immigrazione e il precariato hanno cambiato la società» (a Roberta Scorranese).
• «Il papà era uno dei fondatori del Pci nel 1921, la madre era maestra elementare. Una vita dura: la scomparsa del padre, nel 1938, la morte del fratello, volontario in guerra, nel 1943, a 17 anni. Accidentato percorso politico e intellettuale, da Potere operaio alla condanna per associazione sovversiva e banda armata, alla fuga in Francia. “Non vi fu alcuna alternativa”, commenta ancora adesso le morti degli anni di piombo. “Era necessario rispondere allo stesso livello dello Stato. Le prime azioni militari ebbero luogo dopo la bomba di piazza Fontana nel 1973-74”. L’origine della lotta armata? Nella “memoria della Resistenza antifascista” che ha “alimentato una certa tradizione insurrezionale”. Il rientro in Italia, dopo gli anni trascorsi sotto le ali protettive del governo francese, è stato condito di amarezza e disillusione. “Quando sono tornato è crollato tutto... mi hanno accusato di aver fatto una scelta egoistica”. Negri, espatriato dopo essere stato eletto deputato, è stato a lungo bersagliato per la scelta di aver abbandonato amici e compagni e per essersi dato a una latitanza dorata. Il professore sostiene di essere fuggito per salvaguardia personale, lui stesso stava per diventare vittima delle Br dopo che se ne era dissociato, quando “dichiarai che la guerra era finita”» (Mirella Serri).
• Libero dalla primavera del 2003 non gli è permesso di prendere parte alle elezioni, né di insegnare.
• Nel 2008 avrebbe dovuto tenere un ciclo di conferenze in Giappone, ma le autorità di Tokio gli negarono il visto perché non presentò, come gli fu richiesto due giorni prima della partenza, la documentazione della sua vicenda processuale: «Venticinquemila pagine, non un certificato e basta».
• «Pensatore della “moltitudine” bizzarramente equiparato nientemeno che ad Aristotele, Machiavelli e Antonio Gramsci», viene citato dal presidente venezuelano Hugo Chávez «quando deve annunciare al mondo i suoi propositi di dittatore a vita» (Pierluigi Battista).
• Time lo presentò tra gli «innovatori» di inizio millennio, il Nouvel Observateur come il «nuovo Marx».
• Autore, con Raffaella Battaglini, dell’autobiografico Settanta (DeriveApprodi 2007). Nel 2008 si raccontò in un’altra autobiografia, sotto forma d’intervista a fumetti, È primavera (BeccoGiallo).
• «Il Parlamento è l’unica banda clandestina nella quale sia mai entrato» (da È primavera).
• Judith Revel, filosofa francese, è da molti anni la sua compagna. Tre figli, una regista (Anna, vedi).
• Milanista sfegatato: «Ho partecipato alla creazione delle Brigate rossonere, che non hanno nulla a che vedere con le Brigate rosse, fu prima, negli anni Sessanta (...) Mia figlia è stata sposata con un interista e ciò costituì un grande problema. Sono stato contento quando si sono separati. Ma il calcio è solo un gioco».
• Vive con la filosofa francese Judith Revel tra Venezia e Parigi.