Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Maurizio Mosca

• Roma 24 giugno 1940 – Pavia 3 aprile 2010. Giornalista sportivo. Inizi alla Notte, quindi alla Gazzetta dello Sport, poi la Tv (L’appello del martedì, Il processo di Biscardi, Guida al campionato, Controcampo ecc.). Suo tormentone: «Ah, come gioca Del Piero».
• Figlio di Giovanni (1908-1983), scrittore, umorista, vignettista.
• « “(mio padre – ndr) mi presentò al direttore de La Notte, Nino Nutrizio, grande giornalista, ma intransigente e pignolo. Il primo articolo che scrissi per lui era su un allenamento del Milan all’Arena di Milano. Nutrizio mi chiamò e, senza guardarmi in faccia, mi disse: ‘Scrivere non è il vostro mestiere. Fate come volete, ma raramente ho visto un simile scempio’. Maurizio arrivò a casa e annunciò convinto di aver chiuso con il giornalismo. “Da casa mia a La Notte c’erano 500 metri di distanza. Mio padre me li fece fare a calci nel sedere; e meno male che era ancora buio e non ci videro in molti. ‘Se ti arrendi alla prima difficoltà’, mi diceva fra un calcione e l’altro, ‘che succederà quando avrai problemi più grandi? La vita è piena di ostacoli, impegnati, cerca il riscatto’” » (il fratello più grande, Benedetto).
• «Papà era amico di Gualtiero Zanetti, così mi hanno preso alla Gazzetta dello Sport: 17 gennaio 1963. Ne sono uscito il 10 ottobre dell’83».
• Lasciò la Gazzetta causa un’intervista a Zico inventata: «Va così: la Gazzetta mi manda a Tarvisio, al ritiro dell’Udinese, volevano un pezzo bello grande, col giocatore che parla, interviene, polemizza. Beh, lì Zico non c’è. Allora mi faccio raccontare un sacco di cose da Causio, dall’allenatore Ferrari, dopo vado all’hotel Admiral, da Zico. Sta dormendo, lo faccio svegliare, risponde al telefono mezzo rintronato. “Venga giù che parliamo”, “No”. E io torno a Milano. E scrivo lo stesso. Il 6 agosto con Angelo Rovelli avevamo pubblicato una grossa cosa su Zico nella “Telefonata della Gazzetta”, una rubrica inventata da me: avevo ancora tanto materiale inutilizzato, dichiarazioni di Zico in abbondanza. E le ho usate».
• «Sono andato a dirigere un mensile, Supergol. Piano piano sono riemerso in tv, su Tele Alto Milanese di Rizzoli, in seguito Quasi gol con Platini su Tmc, la Fininvest. Fine del discorso giornali».
• «La mia prima volta in Tv fu con Enzo Tortora alla Domenica sportiva. Avrei dovuto commentare la sconfitta di Lo Popolo in Giappone (incontro di boxe – ndr), ma l’emozione mise anche me k.o. Bocca secca, idee a zero... Tortora capì al volo e diede la parola all’ospite che avevo accanto. Quella paura mi è restata per sempre, ma ho imparato a superarla».
• «Era la copia conforme del protagonista di The Terminal di Spielberg: invece di vivere in un aeroporto viveva chiuso in uno studio tv. Maurizio è stato l’eterno adolescente, il compagno un po’ petulante che tutti abbiamo conosciuto su una spiaggia del Forte o di Varigotti (…). Il Peter Pan della tv italiana, ogni giorno appariva su una rete differente, come ospite, come opinionista, come folletto. Come i bambini, mancava di senso dell’opportunità: si faceva catturare dal cinismo degli altri ospiti, cadeva con un sorriso smarrito nelle più maldestre trappole retoriche». «Era il più sfortunato dei suoi fratelli, il più problematico, e adesso si trova a essere il più famoso dei Mosca, più di suo padre Giovanni» (Aldo Grasso).
• Molto affezionato alla mamma Teresa, ammalatasi gravemente. «Una storia durata 15 anni (…). Il famoso giornalista sportivo, il “re del calcio in Tv”, pur di starle vicino rinunciò a tutto: alle vacanze, ai viaggi, perfino al matrimonio. E per ripagarlo bastava il fugace sorriso che ogni tanto, mentre lui le parlava come a una bambina, la Signora Teresa magicamente ritrovava» (Benedetto Mosca).
• Fratello di Paolo (vedi).
• È morto all’ospedale San Matteo di Pavia, dopo una lunga malattia.