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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Mino Martinazzoli

• (Fermo) Orzinuovi (Brescia) 30 novembre 1931 – Brescia 4 settembre 2011. Politico (Dc, Ppi, Udeur). Eletto al Senato nel 1972, 1976, 1979, 1992 alla Camera nel 1983, 1987. Fu ministro della Giustizia nel Craxi I (1983-1986), della Difesa nell’Andreotti VI (1989-1991), degli Affari regionali e delle Riforme istituzionali nell’Andreotti VII (1991-1992). Dal 1994 al 1998 sindaco di Brescia. «Martinazzoli viene da Martin solo, e Martin da noi era il lanzichenecco. Lanzichenecco solo, ecco che cosa sono...».
• «Grande Scettico della politica italiana» (Fernando Proietti), «fu definito “un uomo che non ha potere di tessere, ma l’autorevolezza di chi non teme l’isolamento”. In un congresso Dc ha avuto 19 minuti di applausi che lo hanno consacrato leader, ma era un capo atipico, “disarmato, anomalo, inoffensivo”» (Enzo Biagi).
• «Con lui finì la Democrazia cristiana e cominciò addirittura un’altra Repubblica. Era il 18 gennaio 1994, un martedì. I maligni dissero che non poteva andare diversamente: con la sua aria triste e un certo culto per il pessimismo sembrava il più adatto a celebrare il de profundis. Fu l’ultimo segretario della Dc, quello che spense la luce e chiuse la porta per aprire un nuovo negozio, il Ppi, molto meno fortunato» (Goffredo De Marchis).
• «Facemmo l’assemblea costituente sulla base di un documento dove si prefigurava la chiusura della Democrazia cristiana per fare il Partito popolare. Io ricordo un solo astenuto, Ermanno Gorrieri. Ed era un astenuto da sinistra, cioè un dirigente che voleva qualcosa di più della fine della Dc. Tutti quelli che ora sono di qua e di là votarono a favore. Dico tutti, giovani e meno giovani. E fino al gennaio del 1994 rimasero nel partito. Quando capirono che le cose si potevano mettere male cercarono approdi più sicuri».
• «Se n’è andato a 80 anni: senza colpe, privilegio unico per un politico onesto come nessun altro, ma fino all’ultimo inchiodato, per non dire crocifisso a un esito politicamente catastrofico, quanto può esserlo stato la disfatta terminale della Dc, su cui egli mise la firma e la faccia, come si dice in questi tempi – e come a lui, uomo raffinato e nemico delle apparenze, quasi certamente non piacerebbe» (Filippo Ceccarelli) [Rep 5/9/2011]
• Era sposato con Giuseppina Ferrari.