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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Alfredo Mantovano

• Lecce 14 gennaio 1958. Politico. Sottosegretario all’Interno. Nel 1996, 2001, 2008 eletto alla Camera, nel 2006 al Senato (prima An poi Pdl). Sottosegretario all’Interno anche nel Berlusconi II e III (2001-2006). Il 30 marzo 2011 si dimette dall’incarico di sottosegretario perché non condivide la gestione della situazione immigrati in Puglia: «Berlusconi non può affrontare il problema dei migranti come quello dei rifiuti di Napoli. Perché tutti in Puglia e neppure uno in Lombardia?». Dopo una settimana, quando il governo ascolta le sue richieste, ritira le dimissioni: «Ho apprezzato la decisione di riconoscere il permesso di soggiorno per motivi umanitari, lo sforzo per un’equa ripartizione territoriale dei clandestini». Nel dicembre 2012 lascia il Pdl, si avvicina alle posizioni di Mario Monti, ma sceglie di non ricandidarsi al Parlamento.
• «Faccia da sfinge e argomentare da tritasassi. Parole pacate, occhi fermi e un erre moscia pugliese che ti dondola come un’amaca. Questo austero personaggio sembra uscito dal reparto “Ragazzi modello” della bottega del Creatore. (…) Sotto ogni cielo, porta giacca e cravatta con l’aria di un gesuita in borghese. È timoratissimo di Dio, cattolico tradizionalista, ratzingeriano ante litteram» (Giancarlo Perna) [Grn 1/4/2011].
• «Uno degli uomini più rispettati da Fini, ex magistrato fuori dalle correnti di partito, consigliere di An sulla giustizia, un tempo inviso a Berlusconi, collaboratore principe di leggi come quelle sull’immigrazione e la droga» (Alessandra Longo).
• Nel 2001 «si scontrò per un posto alla Camera con D’Alema nel collegio di Gallipoli. Il Polo era favorito, ma D’Alema vinse e Mantovano rimase fuori dal Parlamento con la convinzione che tra il presidente della Quercia e Raffaele Fitto, presidente azzurro della Regione Puglia, ci fosse stato un inciucio» (Vittorio Zincone).
• «Da magistrato mi è capitato di pronunciare sentenze di condanna all’ergastolo. Confesso che per qualche minuto è stato necessario un training preventivo perché non sono decisioni che si prendono a cuor leggero senza provare alcuna emozione».
• Cattolico e difensore delle tradizioni: nell’inverno 2006 è tra quelli che chiedono di boicottare i negozi che non vendono il presepe («tra un po’, per non offendere passanti, qualcuno chiederà di togliere le croci dai campanili delle chiese»). Nel marzo 2007, a Lecce per la festa di compleanno di un amico, la fiammata provocata da una pietanza flambé gli provocò ustioni di secondo grado al volto costringendolo al ricovero in ospedale.
• Tra i libri: con Domenico Airoma, I(r)rispettabili. Il consenso sociale alle mafie (Rubbettino 2013).
• Sposato, tre figli.