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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Vittorio Malingri

• Milano 19 maggio 1961. Velista.
• «Conte dei Malingri di Bagnolo, antico casato piemontese, è uno dei grandi nomi della vela italiana. Ha iniziato ad andare in mare a 7 anni, sulle orme del padre Franco e dello zio Doi (scomparso nel 2004; la moglie, Carla Notarbartolo di Bagnolo, è autrice del Dizionario della vela e figlia dell’ammiraglio Marco Notarbartolo di Sciara). Nel ’77 s’imbarca con papà, mamma e fratelli per una crociera intorno al mondo che durerà due anni. Nell’80 fonda a Cuba una delle prime basi veliche per charter e turismo nautico: vi lavora anche un giovanissimo Giovanni Soldini. Poi, Vittorio comincia a fare sul serio: si iscrive all’Ostar, la celebre regata transatlantica; partecipa, primo italiano della storia, al Vendée Globe, il giro del mondo in solitario no-stop, con una barca che si disegna e costruisce da solo: la rottura di un timone lo ferma a 2000 miglia da Capo Horn, mentre insegue il 4° posto» (Fabio Pozzo).
• Nel 2006, impegnato con Soldini nella Transat Jacques Vabre, si ribaltò in pieno Atlantico (furono “ripescati” da una petroliera russa).
• Il 29 aprile 2008 stabilì il record di velocità nella traversata dell’Atlantico (rotta Dakar-Guadalupa) in solitario senza assistenza e senza scalo, su Royal Oak, catamarano non abitabile di 6 metri: 13 giorni, 17 ore e 57 minuti per percorrere 2545 miglia. • Ha una scuola di vela i cui corsi si tengono sulla sua Huck Finn II, lui capitano. «Nei nostri corsi si percorrono distanze che variano da 500 a 1000 miglia, a seconda degli itinerari. Si naviga a volte ininterrottamente giorno e notte; altre si alternano notti in mare con ancoraggi nelle rade più belle, mai in porto». Punto forte della scuola sono le traversate oceaniche. «Di solito ne facciamo un paio all’anno, a volte tre. Una autunnale verso i Caraibi o il Brasile, e una primaverile verso l’Europa».
• «Uno che dice che non ha paura è un coglione. Uno che morirà presto. La paura è la vocina che ti dice “Qua devi fare più attenzione”. Perché quello che stai per fare è rischioso. Nel mio caso il rischio è una scuffia. Hai paura di scuffiare? Riduci le vele. Se non le tiri giù vai, vai, vai ma dato che nessuno è Dio e le onde sono una dietro l’ altra e molte di più della tua attenzione, prima o poi trovi quella che ti frega».