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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Romano Luperini

• Lucca 6 dicembre 1940. Critico letterario. Insegna Letteratura italiana presso l’Università di Siena, professore aggiunto all’Università di Toronto; dirige le riviste di teoria e critica della letteratura Allegoria e Moderna. «La letteratura è cosa diversa dall’opera o dal testo letterario: è un’attività che comprende anche la critica, il dibattito sullo stile e sul rapporto tra società e scrittura, l’atmosfera in cui viene prodotto il testo artistico».
• «Ha vissuto il 68 dalla parte dei contestatori, ha fatto parte del gruppo pisano di Potere operaio e per una decina d’anni è stato nella direzione di Democrazia proletaria accanto a gente come Vittorio Foa» (Paolo Di Stefano).
• «Scrivere romanzi o poesia è soprattutto un’operazione di formalizzazione: voglio dire che l’autore conosce la realtà attraverso la forma della sua opera letteraria, dunque non ha bisogno di un impegno esplicito. Tuttavia, le grandi opere letterarie presuppongono un rapporto complesso con il mondo e in questo rapporto agiscono la componente morale, quella sociale, politica, civile, ideologica, eccetera».
• Tra i suoi studi principali Verga e Montale. Tra i suoi saggi, «Verga moderno» e «Storia di Montale», editi da Laterza; «Breviario di critica» e «La fine del postmoderno» pubblicati da Guida.
• «Il mercato editoriale ha gonfiato la narrativa con micidiali estrogeni, anche quando la sua qualità era mediocre. Al romanzo d’autore si è sostituito il romanzo d’editore, quello nato da editing pensati a immagine e somiglianza dell’industria culturale e della pubblicità. Del resto, la narrativa italiana ha sempre avuto poco spazio nelle storie letterarie, e come qualità la poesia ha dato esiti ben maggiori».
• Oggi gli intellettuali tacciono «perché non sono più in grado di leggere culturalmente la cronaca politica». Nel passato «Pasolini, Volponi, Fortini potevano avere una voce autorevole nella società civile perché le opere artistiche l’ avevano già conquistata proprio su questo campo. Ma un Eco che scrive Baudolino o un Tabucchi che scrive Tristano perché dovrebbero interessarci quando eventualmente ci parlassero del collateralismo Ds-cooperative?» [Cds 6/1/2006].
• Dirige il blog laletteraturaenoi.it
• Autore da ultimo di L’età estrema (Sellerio 2008) e di L’uso della vita. 1968 (Transeuropa 2013).
• «Non credo, come Ferroni, che la letteratura sia finita, anzi».