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 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Biografia di Sergio Fantoni

• Roma 7 agosto 1930. Attore. Regista. Esordio giovanissimo nella compagnia Morelli-Stoppa, ebbe grande popolarità grazie alla tv nel 1959 con lo sceneggiato Ottocento di Anton Giulio Majano. Da ultimo per il teatro ha diretto L’arte del dubbio (2011-2012, con Ottavia Piccolo), adattamento del testo di Gianrico Carofiglio. Sempre di recente, La commedia di Candido (da Voltaire, 2008), Processo a Dio (di Stefano Massini, 2006) e È tutta colpa di Garibaldi (2008, di e con Gioele Dix). Tra i suoi film: Senso (Visconti 1954), I delfini (Maselli,1960), Intrigo a Stoccolma (Robson 1963), Il colonnello von Ryan (Robson 1965), Il ventre dell’architetto (Greenaway 1987).
• Figlio d’arte (il padre Cesare e la madre Afra Arrigoni erano attori teatrali), dopo il liceo classico frequentò prima Ingegneria e poi Architettura. Grazie alle conoscenze del padre iniziò l’attività di doppiatore con la Cooperative Doppiatori Cinematografici. Venne notato da Luchino Visconti, che gli offrì una grande occasione: la parte di Giasone nella Medea di Euripide (1953). Arrivarono poi il successo televisivo con gli sceneggiati, i film con i grandi registi (Era notte a Roma di Roberto Rossellini e Tiro al piccione di Giuliano Montaldo) e la lunga carriera teatrale.
• «Nel gennaio 1997 Fantoni annunciò che per salvarsi la vita avrebbe dovuto affrontare un’operazione. Pagando un prezzo altissimo: non avrebbe potuto più recitare. Era stato colpito da una “malattia professionale”. Aveva debuttato giovanissimo con Luchino Visconti e la sua vita teatrale s’era svolta in un orizzonte da attore borghese di rango. Fino all’incontro con Cristina Pezzoli nel ’94: con lei aveva recitato in un’edizione sontuosa di Come le foglie di Giacosa. Quando Fantoni le disse della sua malattia, la giovane regista rimase – com’è ovvio - sconvolta. Dolore e rabbia furono sul punto di travolgerla. Ma Cristina Pezzoli ebbe un’idea “cinica”: propose a Fantoni di registrare prima dell’operazione L’ultimo nastro di Krapp, un testo del 1958 che sembra scritto prefigurando un fatto vero: come se Beckett avesse saputo che ciò che stava scrivendo lo scriveva per un attore come Fantoni. Lui è lì, in scena, coi baffi bianchi, col panciotto slacciato, zitto e tutt’al più mugugnante, che balbetta le poche parole che il dramma prevede egli dica dal vivo, e il nastro va: il nastro della sua vita, dei ricordi, dei fallimenti. La vita non c’è più. Non c’è più la voce. Non ci sono che quelle poche parole metalliche, non ci sono che i balbettii d’un attore in sfibrante lotta con il tempo» (Franco Cordelli).
• Perduta la piena disponibilità della voce, iniziò a dedicarsi a tempo pieno alla regia e alla direzione artistica della Contemporanea, la società di produzione teatrale che aveva fondato nel 1983 con Ilaria Occhini e Mauro Carbonoli.
• Suo il primo nudo maschile frontale della televisione italiana (nella miniserie del 1982 Delitto di stato): «Mi chiedo perché la gente si meravigli tanto vedendo un nudo e resti indifferente quando un personaggio, per esempio, uccide un altro uomo» (a Stefano Di Michele) [Fog 14/12/2013].
• Da doppiatore sua la voce, tra gli altri, di Rock Hudson ne Il gigante (1956), di Gregory Peck in Abbandonati nello spazio (1969), di Marlon Brando in Apocalypse now e di Richard Burton in Wagner (entrambi 1984).