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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Evelina Christillin

• Torino 27 novembre 1955. Manager. Consigliere di amministrazione della multinazionale elettronica Saes Getters di Milano, del Gruppo Carige, presidente della Filarmonica ’900 del Teatro Regio di Torino, presidente della Fondazione Teatro Stabile e della Fondazione Museo delle Antichità Egizie, docente di Storia dello sport all’Università di Torino, lavora nel gruppo Cultura della Juventus. Dal 2006 al 2010 ha fatto parte del Consiglio di amministrazione del Teatro Regio di Torino.
• «Secondo molti è una famelica cacciatrice di poltrone. Non a caso ha un curriculum straboccante. Si dice che dopo la presidenza del Teatro Stabile volesse quella della Juventus: “Al Teatro Stabile mi ci ha voluto il sindaco Sergio Chiamparino. Invece quella della Juventus è una palla grossa come una casa”. Una curiosità: per parlare con lei si chiama casa Agnelli. Fungono anche da suoi centralinisti? “Sì, è una buffa cosa. Ma siccome loro hanno i numeri di tutti, hanno anche il mio. Se no c’è il cellulare...” » (Paolo Madron) [Pan 6/7/2007].
• Figlia di Emilio, morto 86 enne il 27 aprile 2007, presidente dell’Aci Torino da sempre intimo degli Agnelli (fu compagno di università dell’Avvocato), si è laureata in Storia e demografia storica: 110 e lode con dignità di stampa grazie a una tesi sui Poveri malati dell’ospedale San Giovanni Battista nel Settecento, poi pubblicata da Paravia. «Dentro la facoltà umanistica, è rimasta anche dopo: come “cultrice della materia” al fianco della professoressa Paola Notario (un ruolo di collaborazione volontario e gratuito) e come dottore di ricerca, che nella selva di attività fatte per passione è poi il suo unico impegno regolarmente stipendiato. Sono trascorsi nel frattempo i giorni dell’agonismo in presa diretta, quando fra il 1970 e il 1974 la giovane Evelina non ancora così bionda correva nella Nazionale di sci femminile e divideva la camera con un’altra specialista di slalom gigante, Claudia Giordani» (Viviana Ponchia). Dal 1978 al 1985 lavorò all’ufficio stampa Fiat occupandosi degli eventi sportivi (corse e rally) e della stampa estera. Nel 1998-99 fu presidente esecutivo del Comitato promotore Torino 2006 che guidò al successo ottenendo l’organizzazione dei XX Giochi olimpici invernali (poi vicepresidente vicario del Toroc).
• Di chi fu l’idea di Torino 2006? «“Di Franco Romano, generale dei Carabinieri che sovrintese alla sicurezza dei Mondiali del Sestriere ’97 e che oggi, purtroppo, non c’è più. Andò a parlarne a Ghigo, che ne parlò a Castellani, che ne parlò alla Bresso, che ne parlò all’Avvocato”. Che ne parlò a lei. “Ai primi di gennaio del ’98: “Evelina, ti interesserebbe?”. La sventurata rispose. “Subito”. “Mi fissò due appuntamenti: a Ginevra con Killy e a Losanna con Samaranch. Non conoscevo nessuno, fu un aiuto enorme”. Poi cominciò a telefonarle alle sei di mattina. “Io mi sveglio tra le 6 e le 7: non mi coglieva impreparata. Avere alle spalle lui, era una straordinaria garanzia. All’inizio del ’99, quando scoppiò lo scandalo corruzione dentro al Cio, accettò di far parte del Comitato etico che avrebbe dovuto riscrivere le regole. Lo convincemmo io e Carraro con un estenuante lavoro ai fianchi: l’Avvocato aveva un’idiosincrasia dichiarata per le lunghe riunioni”» (da un’intervista di Gaia Piccardi).
• «Una che lavora come una tedesca, parla inglese con il piglio della Thatcher e francese con lo charme della Deneuve. Suo padre Emilio, presidente dell’Aci Torino, originario della valle di Gressoney, è da sempre intimo degli Agnelli: compagno di università dell’Avvocato, per la precisione. Antico sodale di grandi sciate con al seguito la piccola Evelina, che dallo “zio Gianni” ha ereditato l’amore per la neve e il gusto della competizione. L’uomo che ha sposato è uno dei principali protagonisti della saga finanziario-industriale della corte torinese, Gabriele Galateri di Genola, attuale presidente di Generali» (Ponchia).
• «“Un’espressione che mi infastidisce è: ‘Una con le palle’. Mi piacerebbe invece: ‘Una con le spalle’. E sa perché? Perché noi donne sappiamo pensare e fare più cose nella singola unità di tempo e alla prova del dolore non ci abbattiamo come gli uomini. In più, il nostro corpo che cambia nel corso della vita ci abitua ai mutamenti. Siamo così, flessibili”. La madre è morta nel 1999. “Aveva 60 anni, un cancro ai polmoni, fumava come una turca. Era bella, energica… Il motore della famiglia. Via lei, ho smesso di essere figlia e ho dovuto sostenere sulle mie spalle il dolore di mia figlia Virginia, e lo strazio di papà. Poi c’era il lavoro: le Olimpiadi invernali di Torino, ci eravamo appena assicurati la candidatura, insperata: era da 46 anni che l’Italia non vinceva. Non avevo esperienza, ero docente di Storia dello sport a Torino, un’archivista, un topo da biblioteca. L’artefice della mia avventura olimpica è Valentino Castellani, allora esponente del Pds. Nel 1997 si presentava per un secondo mandato a sindaco e mi chiese una mano, gliela diedi. Vinse e mi offrì l’assessorato allo Sport, declinai. (…) Di lì a poco la proposta a guida del comitato per la candidatura alle Olimpiadi: da ex Nazionale di sci alpino, mi lanciai”. Dell’Avvocato “ricordo ancora quando arrotando tutte le sue erre mi rispose: ‘Mah! Proviamo. Nessuno ha mai vinto al primo tentativo. Ti trovo due contatti’. Erano Jean-Claude Killy, il celebre sciatore francese, e Antonio Samaranch, allora presidente del Comitato olimpico internazionale”. A Torino “la Consolata è il mio luogo del cuore: sa è il santuario delle cause impossibili, ci vado spesso a raccogliermi”» (Rossana Lacala) [N20 11/12/2008].
• Nel novembre 2007 alcuni ladri entrarono nella villa sulla collina torinese dove vive col marito Gabriele Galateri di Genola (vedi scheda), bottino di oltre 250 mila euro tra gioielli e cimeli sportivi: «Hanno fatto piazza pulita. Mi hanno portato via tutte le medaglie olimpiche in oro, tantissimi premi. Mi hanno lasciato soltanto le maglie della Juve, evidentemente si sono accorti che erano di difficile commercializzazione».
• Nel 2007 scrisse infuriata all’Espresso che aveva alluso tra l’altro ad una sua crisi coniugale definendo la questione «del tutto inesatta». A Paolo Madron (Panorama) che l’incalzava ricordando «alcune uscite mondane del suo coniuge» che avevano alimentato il gossip, rispose: «Può darsi. Ma io ho fatto il giudice del pattinaggio per tanti anni. E ho imparato che talvolta, nella vita, è meglio glissare».
• Le bastano cinque ore di sonno per notte: «Esco da teatro a mezzanotte, alle 5 sono già in piedi a fare ginnastica. Poi ci sono le volte in cui il cervello non smette di girare: E allora, due goccine due di Lexotan...”» (ad Alessandra Mangiarotti) [Cds 27/3/2010].
• Fa giardinaggio. «Curo anche un orto. A stare piegati sulla terra si impara la pazienza, l’umiltà e il piacere di stupirsi».
• Grande amica di Walter Veltroni, grazie anche «al tifo comune per la Juve».