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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Fabio Caressa

• Roma 18 aprile 1967. Giornalista. Telecronista. Dall’1 luglio 2013 condirettore a interim di Sky Sport con delega a Sky Sport 24. «La mia telecronaca è come la musica in un film. Ogni scena ha la sua musica».
• Messo presto da parte il sogno di fare il calciatore («ero il classico pippone»), la sua prima diretta fu una radiocronaca: «Cesena-Lazio di B per un circuito di radio organizzato da TeleRoma 56. Sandro Piccinini, che lavorava lì, gli chiese di fare il commento per un’emittente romagnola, quindi da tifoso. Era il 1987» (Gabriella Mancini).
• Ha commentato per Sky sia i Mondiali di calcio del 2006 in Germania (quelli vinti dall’Italia), che del 2010 in Sudafrica. «“Chiudiamo le valigie, si va a Berlino”, urlava ogni volta che la nazionale di calcio superava un turno ai mondiali in Germania. Oppure “Abbracciamoci forte e vogliamoci bene stasera”. O anche, il massimo: “Campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo”, quattro volte, una per ogni mondiale vinto, citazione di Nando Martellini che lo urlò tre volte dopo la vittoria in Spagna. Per gli appassionati Fabio Caressa è un mito come lo era Nicolò Carosio per quelli di qualche generazione fa. Ma Carosio descriveva la partita. Lui le emozioni» (Claudio Sabelli Fioretti).
• «Era il più bravo, il più promettente, il più innovativo. Adesso si parla addosso, è compiaciuto di sé, si vive come personaggio» (Aldo Grasso durante i Mondiali del 2006).
• «Il re degli urlatori, non è più un telecronista: è la versione giornalistica di Nanni Moretti recensito da Dino Risi. “Spostati, che devo vedere il film”. Se ascolti Caressa non guardi le partite: guardi lui. Il suo successo risiede nella reiterazione dell’iperbole. Vittima di un eterno orgasmo alle corde vocali, rischia sempre più di suscitare negli spettatori un coito interrotto sistematico. È un fantasista che fa sempre la stessa finta, divenuto anzitempo un po’ caricaturale» (Andrea Scanzi) [Fat 9/11/2013].
• Fa spesso coppia con Giuseppe Bergomi: «Dal 1998-99. Ormai siamo marito e moglie». Nel 2010 hanno commentato insieme i Mondiali sudafricani: «Dopo un mese qui, anche Angela Merkel ha il suo perché»; nel 2011 la Copa America.
• Ha condotto per otto anni (fino al 2011) Mondo Gol, lasciato per dedicarsi ai pre e post partita della Champions League.
• Per Sky ha realizzato due reportage: Buongiorno Afghanistan (2010), sui militari impegnati nella missione di pace: «Non mi improvviso certo inviato di guerra. Propongo un punto di vista sull’Afghanistan che non si era mai visto. Cioè presto i miei occhi di persona comune proiettata in una situazione che di comune non ha davvero nulla» (Paolo Martini) [Chi, 10/11/2010]; e nel 2011 SOS Lampedusa.
• Nel 2006 ha pubblicato Andiamo a Berlino (Baldini&Castoldi), nel 2012 Gli angeli non vanno mai in fuorigioco (Mondadori), nel quale racconta le storie dei più grandi giocatori e delle più grandi squadre di calcio.
• È sposato con la giornalista Benedetta Parodi (Alessandria 6 agosto 1972): «Incontrare mia moglie è stata la più grande fortuna della mia vita». Tre figli: Matilde (28 settembre 2002), Eleonora (20 ottobre 2004) e Diego (28 ottobre 2009): «Ogni tanto gli faccio il solletico al piedino sinistro. Non si sa mai». Alla suocera però ha detto che il nome è stato scelto in onore di don Diego de la Vega: «Lei è una patita di Zorro» (Gianluca Beltrame) [Pan 4/6/2010].
• Grande appassionato di poker (Texas Hold’em), ha presentato vari programmi tv su questo gioco in coppia con Stefano De Grandis e col fratello Maurizio. Inoltre, è commentatore per POKERItalia24, emittente di cui il fratello è direttore.
• Politicamente, ha un passato da giovane socialista, poi radicale, poi di centrosinistra.
• Ovviamente non dice per chi tifa: «Un po’ più romanista che laziale».