23 maggio 1993
Tags : Stragi italiane
Il giudice Zorzi getta la spugna
Brescia - Il giudice istruttore Giampaolo Zorzi proscioglie gli ultimi cinque neofascisti rimasti sotto inchiesta (Marco Ballan, Fabrizio Zani, Giancarlo Rognoni, Bruno Luciano Benardelli e Marilisa Macchi). «109 pagine di motivazioni […] Un fascicolo chiuso domenica, dopo nove anni di inutile caccia ai colpevoli. Sempre con la sensazione di guidare una macchina investigativa truccata da altri. Oggi il giudice Zorzi, 41 anni, ha gettato la spugna, ottenendo il trasferimento in corte d’appello. Ma, prima di lasciare il fronte dell’ ufficio istruzione, ha lasciato in archivio una sentenza storica. Che non piace affatto all’avvocato visto passeggiare a Gargnano con Alessandra Mussolini, durante l’ultima operazione nostalgia: “Questo non e’ un proscioglimento. E un atto d’accusa”». [Paolo Biondani, Cds 29/5/1993]
• «Quei sette chili di esplosivo furono lo strumento non di una strage indiscriminata, di un atto di terrorismo puro, di un proditorio “sparo nel mucchio” finalizzato a seminare il panico e un diffuso senso di insicurezza in relazione a qualunque situazione di vita quotidiana, ma un vero e proprio attacco diretto e frontale all’essenza stessa della democrazia; ossia al diritto dei membri della polis di ritrovarsi nell’agorà e di esprimere lì, direttamente, senza mediazioni di sorta, la propria soggettività politica, individuale e collettiva» (dall’ordinanza del giudice Giampaolo Zorzi, citata in Cds 16/4/2012). [Leggi tutto l’articolo di Giovanni Bianconi]