25 luglio 1956
Tags : Andrea Doria
I soccorsi e le scialuppe
• La nave italiana non può calare le
scialuppe: alcune distrutte dallo scontro, le altre bloccate dall’inclinazione
dell’Andrea Doria. È la Stockholm a calare le sue scialuppe. Con
l’aiuto del mercantile Cape Ann, la
nave della marina militare americana William
Thomas e il transatlantico Ile de
France. [Sta. 27/7/1956]
• Fernando Callegari, di Lerici, era in
cucina: «La nave era sbandata e le lance non scendevano. Sono andato a poppa,
mi sono calato giù per una biscaglina su una lancia già in mare, ci trovai due
amici. Non si riusciva a farla andare, aveva gli scivoli attaccati. La risacca
ci tirava sotto la poppa, quando il mare scendeva usciva l’elica, mostruosa, e
rischiavamo di finire a pezzi, quando saliva rischiavamo di schiantarci contro
la poppa. Caricammo sette o otto ragazzini, c’era un tizio che aveva perso gli
occhiali e non vedeva ma sapeva parlare inglese. Invocò aiuto dalle lance a
motore dello Stockholm che andavano
avanti e indietro. Ci trainarono a bordo della nave svedese. Più tardi vedemmo
la Doria tornare in linea di
galleggiamento e poi andar giù di prua. Mio padre, sbarcando dalla Doria, disse a mia madre. Tranquilla,
quella nave è inaffondabile. Ero al mio primo viaggio...». [Renzo Pardi, Il
Secolo XIX, 27/4/2003]
• Guido Badano: «All’improvviso ci
trovammo accanto l’Ile de France,
aveva acceso le luci, bucando la coltre di nebbia che ci avvolgeva. Era venuta
vicinissima, aveva ottime lance di salvataggio ed eccellenti marinai che le
portarono coraggiosamente sottobordo al Doria,
sfidando la risacca che si era creata attorno all’enorme falla. Calamai ebbe
persino la sottigliezza, nel telegramma alla compagnia, di parlare di foschia.
Con la nebbia la nave si sarebbe dovuta fermare, invece filava quasi a tutta
forza. Nella richiesta ai rimorchiatori chiese assistenza, se avesse invocato
il salvataggio, i rimorchiatori avrebbero potuto chiedere la nave (...) Anche
l’equipaggio si comportò bene, soprattutto quelli di macchina, che entrarono
nei locali gonfi d’acqua e di vapore. Qualcuno in effetti aveva messo il sedere
al sicuro sulle lance...». [Renzo Pardi, Il Secolo XIX, 27/4/2003]
• Dopo la collisione l’equipaggio trova
sul ponte della Stockholm una ragazza
di 14 anni che era ospitata nella cabina 52 della Andrea Doria, è Linda Morgan, senza ferite gravi. È sopravvissuta
all’impatto, mentre sua sorella è morta nella cabina schiacciata dalla prua
della Stockholm. La fortunata Linda
Morgan, figlia di un noto cronista americano, Edward P. Morgan della “ABC Radio
Network” di New York, dagli studio sta trasmettendo in diretta la cronaca della
tragedia senza far trapelare agli ascoltatori che le sue figlie erano a bordo.
[Wikipedia]