Salmaggi e Pallavisini, 22 novembre 1943
I giapponesi combattono fino alla morte
• Aerei, artiglierie navali e campali martellano i fortini giapponesi che cadono a uno a uno, ma solo dopo che tutti i loro occupanti sono morti, spesso facendosi scoppiare una bomba a mano contro il petto per non cadere prigionieri (la parola “capitolazione” non esiste presso l’esercito del Sol Levante; inoltre, la propaganda nipponica ha spesso parlato di torture che gli yankees infliggerebbero ai prigionieri). [Salmaggi e Pallavisini]