14 novembre 1951
Tags : Alluvioni
Il Po sta straripando ovunque
• Dalle prime ore della giornata la situazione appare drammatica. Notizie provenienti dall’alto corso del Po annunciano il lento e inesorabile salire della piena. La rottura di un argine maestro nel Parmense, a Mezzano Rondagli, ha migliorato la situazione nel Cremonese, ma non alleggerisce il volume sempre crescente delle acque che s’avviano verso il delta. Ore drammatiche anche per la provincia di Mantova: sul tratto compreso tra S. Benedetto e Sermide, lungo 40 chilometri, il livello delle acque del Po supera il limite degli argini e vengono eretti soprassogli di 60-70 centimetri. In molti punti il fiume scavalca anche gli argini di emergenza come a Sermide: le acque raggiungono il piano terreno delle abitazioni e la popolazione è allontanata. Nel Polesine l’acqua melmosa del fiume trascina detriti, alberi sradicati, travi, carogne di animali. I piloni dei ponti ferroviari e stradali sulle rive tra l’Emilia e il Veneto sono sommersi e l’acqua arriva a lambire le loro travature. Per tutta la notte precedente, alla luce dei fari, da Guarda Veneta a Polesella, da Garofolo a Santa Maria Maddalena, da Occhiobello a Stienta, trattori hanno scavato il margine della strada sull’argine del Po per innalzare una parete rafforzata di sacchi e costruire così una difesa. A Polesella, intorno alle 13, l’acqua supera di 60 centimetri il limite massimo che la storia delle piene ricordi.