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 1950  gennaio 20 Venerdì calendario

La Fort condannata all’ergastolo

• Il presidente Marantonio inizia la lettura del verdetto. Sono le 12,15 esatte. «In nome del popolo italiano, la Corte d’Assise di Milano, sezione prima, nel processo contro Rina Fort riconosce: a) l’imputata responsabile di omicidio continuato commesso con crudeltà e sevizie in persona di Pappalardo Franca; b) dello stesso delitto commesso con le stesse aggravanti in persona di Ricciardi Giovanni, al fine di assicurar sì l’impunità e sottrarsi alle conseguenze del primo reato, c) dello stesso delitto commesso con le stesse aggravanti in persona di Ricciardi Giuseppina; d) dello stesso delitto con le stesse aggravanti in persona di Ricciardi Antonio; e) di simulazione di reato per quanto riguarda la rapina; f ) di calunnia continuata. In base agli articoli 575 Codice Penale, 576 n. 1, 577 tt. 4, 81° capoverso, 367, 368, 72 comma 2°, 29, 32, 477, 483, 488 e 489 del Codice di Procedura Penale, dichiara l’imputata responsabile dei reati ascrittile come alla lettera a) esclusa la premeditazione, e la condanna per omicidio continuato nelle persone di Ricciardi Giuseppina, Ricciardi Giovanni è Ricciardi Antonio con le aggravanti ascrittele, esclusa la premeditazione; così modificato il capo a) della rubrica e cosi unificati e modificati i capi b) c) e d), la dichiara colpevole inoltre di simulazione di reato e di calunnia in danno soltanto di Zappulla Giuseppe, esclusa così la continuità del reato in ordine alla calunnia, e la condanna: alla pena dell’ergastolo con isolamento diurno per sei mesi, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici con la interdizione legale e tutte le conseguenze di legge. Ai sensi dell’art. 32 del Codice Penale, la condanna inoltre al pagamento delle spese processuali e del mantenimento in carcere durante la carcerazione preventiva. La condanna infine al risarcimento dei danni verso le parti civili Pappalardo Francesco, Papparlardo Giuseppe e Pappalardo Carmelo e danni da liquidarsi in separato giudizio, nonché al risarcimento verso le parti civili Zappulla Giuseppina, Ricciardi Giuseppe e gli altri, limitando la misura dei danni a lire 10 per ciascuno di essi, tante essendone state richieste. La condanna inoltre alle spese di costituzione e assistenza a favore delle parti civili eredi Pappalardo Francesco in lire 90 mila, a favore delle parti civili Pappalardo Giuseppe e Pappalardo Carmelo in lire 100 mila, a favore di Ricciardi Giuseppe e Bigi Giuseppina nella misura richiesta di lire 10, e in lire 189 per Zappulla Giuseppina. La Corte ordina inoltre la pubblicazione della sentenza negli albi degli uffici comunali di Milano e, per estratto e per una sola volta, nel quotidiano Nuovo Corriere della Sera, il tutto a spese della condannata. Visto inoltre l’art. 479 del Codice di Procedura Penale, dichiara non essere perseguibile l’imputata per i reati di calunnia ai danni di Ricciardi Giuseppe perché il fatto non costituisce reato». L’imputata, con una Bibbia tra le mani, ascolta la lettura, durata otto minuti e 37 secondi, senza batter ciglio «immobile come una statua: ritta, gli occhi ancora puntati sul Presidente, non dava quasi segni di vita. Forse il cuore, per un istante, le si è fermato. Da quel momento essa diventava un numero. Non ha pianto, non è svenuta, è rimasta impietrita». [Lincoln Cavicchioli, Sta. 21/1/1950]