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 2011  novembre 16 Mercoledì calendario

GNUDI Piero

• Bologna 17 maggio 1938. Manager. Dal 31 ottobre 2013 presidente di Fonspa Bank (Credito Fondiario).
Già ministro senza portafoglio al Turismo, allo Sport e agli Affari regionali nel governo Monti. Già presidente dell’Enel dal 2002 all’aprile del 2011.
• Commercialista, è stato consigliere economico al ministero dell’Industria e consigliere di Stet, Eni, Enichem, Merloni, Ferré, Beghelli, Irce, Unicredit. Entrato in Iri nel luglio 1994, sotto il primo governo Berlusconi, vi rimase con Prodi e D’Alema, assumendone la carica di presidente dal 4 dicembre 1999 al 13 maggio 2002 e presiedendo anche il Comitato dei liquidatori. Membro di Assonomine, è stato anche nel direttivo di Confindustria e in quello della sezione italiana dell’Aspen institute.
• «Difficile trovare un manager, seppur stimatissimo dal punto di vista professionale, che goda di tanta fiducia “trasversale” nel mondo politico italiano. Lui ce l’ha, e la spiegazione, al di là delle sue capacità, sta in un luogo, Bologna, e in un nome, Beniamino Andreatta. Bologna è la città dove tutti gli uomini che contano, e lui è tra questi, si conoscono e si frequentano, anche al di là del colore politico (...) Fu Gnudi a sprovincializzare gli imprenditori locali, i Maramotti, i Gazzoni. Imprenditori ricchi e capaci, che avevano messo su una banca privata di tutto rispetto, il Credito Romagnolo, ma anche assai prudenti, che difficilmente uscivano allo scoperto. Gnudi ce li portò, prima con la fusione tra il Credito e la Banca del Monte, da cui nacque Rolo Banca, poi ancora più avanti, fino alla fusione nel Credito Italiano che insieme ad altre banche dette vita all’Unicredit. L’altra sua grande intuizione è stata probabilmente quella delle consulenze. Il suo studio era già in prima linea, ma lui si inventò il network. Coinvolgendo professionisti del calibro di Victor Uckmar e Luigi Guatri, fino a mettere insieme i primi cento studi d’affari italiani, tra fiscalisti ed esperti di diritto societario, in una rete di consulenza globale. Un punto di riferimento unico per chiunque avesse a che fare con dismissioni, acquisizioni, ristrutturazioni societarie, privatizzazioni» (La Stampa).
• «Ha navigato prima di Berlusconi, con Berlusconi, con Prodi, persino nelle acque molto basse di D’Alema e Amato. È in buoni rapporti pure con Carlo De Benedetti, anche se negli anni Ottanta il commercialista bolognese guidava la cordata locale che si opponeva all’acquisto da parte dell’Ingegnere del Credito Romagnolo. CDB vinse, e perdonò l’amico di tutti» (Emiliano Liuzzi) [Fat 26/11/2012].
• Nel 2005 sesto manager di Stato più pagato con 2,6 milioni. Nel 2007 si deve accontentare di 1,1 milioni, nel 2008 di 920 mila euro. Nel quinquennio 2005-2010 ha guadagnato in totale 9,5 milioni.
• L’Enel, sotto la sua presidenza, operò una decisa espansione all’estero: forti acquisizioni nell’Europa dell’Est, alla conquista del mercato russo; allargamento a ovest con l’acquisto dell’Endesa ai danni della tedesca E.On; e debutto nel mercato obbligazionario statunitense con un’emissione da 3,5 miliardi di dollari (la maggior operazione di questo tipo fatta negli Usa da una utility). Nel giugno 2008 confermato presidente della maggiore società elettrica italiana dal governo Berlusconi.
• Nel 2006 ha rilevato a titolo personale il 20% delle Manifatture Sigaro Toscano (lo stesso ha fatto Montezemolo); assieme a Maccaferri (principale azionista con il 60%) puntava con un investimento da 95 milioni di euro a un lancio del famoso sigaro all’estero.
• Nell’aprile 2010 da presidente di Emittenti titoli Spa ha provato a raggruppare in una holding le quote di Intesa Sanpaolo, Unicredit e di altri soggetti italiani nella borsa di Londra (Lse).
• Il 16 novembre 2011 la nomina a ministro. Da quella posizione cercò di rilanciare il turismo italiano. Obiettivi: incidenza fino al 18 percento del Pil e creazione di 1,6 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2020: «Abbiamo grandi deficienze, non abbiamo grandi catene di alberghi, non abbiamo investito in infrastrutture, abbiamo un sistema di rating troppo frammentato e discontinuo tra regioni».
• Suo il piano strategico di sviluppo per il turismo (ottobre 2012): valorizzazione del marchio Italia all’estero e promozione dell’offerta turistica nei mercati esterni e interni: «Va venduto il paese nel suo complesso. Non vado mai nel Michigan o in Ohio, ma sempre negli Stati Uniti. Allo stesso modo, non vado in vacanza nella provincia di Grosseto, ma in Italia» [inserito in Frammenti come colloquio Gnudi-Dell’Arti].
• «La politica turistica deve essere fatta dai governi» (ibid.). Per questo auspicava che il turismo tornasse ad essere competenza dello stato e non più delle regioni: «Bisogna rivedere il Titolo V della Costituzione, per creare maggiore sinergia tra stato e regioni ed evitare sprechi» (ibid.).
• «Una volta se un turista si trovava male lo raccontava al vicino di casa, adesso va su Tripadvisor e lo racconta al mondo intero, ciò significa che se un operatore tratta male un turista sta danneggiando l’intero paese» [Rep.it 16/2/2012].
• «Il sogno di un ministro dello Sport è portare le Olimpiadi nel proprio paese». Per questo in prima battuta non si oppose alla candidatura di Roma a ospitare quelle del 2020. Fu però d’accordo con la scelta del governo di ritirarla una volta realizzato l’eccessivo impegno oneroso per la nazione: «Ma spero che entro 4 anni la situazione dell’Italia cambi».
• Più che ministro dello Sport voleva «diventare ministro della pratica sportiva. Penso alle scuole: una su quattro non ha la palestra. E penso al ritorno dei Giochi della gioventù e al rilancio dei Cus. Lo sport è un percorso straordinario di crescita per i nostri ragazzi ed è la via migliore per l’intergrazione degli immigrati» [Bergonzi-Palumbo, Gds 1/2/2012].
• Propose un’accelerazione sulla legge per gli stadi, da tempo alla Camera: «Sotto il profilo delle infrastrutture, non solo sportive, il nostro Paese è fermo da 20 anni. I nuovi stadi farebbero da volano agli investimenti» (ibid.). In ambito calcistico auspicò il pugno duro nei confronti dello scandalo del calcioscommesse.
• Stipendio da ministro: 53 mila euro annui, più 146 mila di indennità varie. La sua era la terza più alta dichiarazione dei redditi tra i membri del governo: 1,7 milioni di euro (nel 2011). Al giorno della sua nomina possedeva titoli di 22 socità quotate, quasi tutte blue chips.
• Terminata l’esperienza di governo con Monti è stato nominato consulente (a titolo gratuito) del ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi.
• «L’habitat naturale dell’ex presidente dell’Iri (uno degli oltre cento incarichi collezionati) è la sua Bologna, dove conosce praticamente tutti quelli che contano. Da Prodi, amico di vecchia data e compagno di bicicletta, a Casini» (Libero). Pare sia stata proprio la sua vicinanza al leader dei centristi a costargli la mancata riconferma a presidente dell’Enel nell’aprile 2011.
• Il ciclismo «è una passione che viene da lontano, dall’epoca di Coppi e Bartali. Io ero bartaliano» [Pier Bergonzi e Ruggiero Palumbo, Gds 1/2/2012].
• Tifoso del Bologna.
• Sposato con Francesca Pagnini. Tre figlie: Elisabetta, Maddalena e Elsa. La seconda ha avuto un bambino dall’attore Antonio Albanese. «Quindi in pratica è il suocero di Cetto La Qualunque» (Michele Brambilla) [Sta 17/11/2011].