18 gennaio 1976
I carabinieri catturano Curcio, il capo delle Br
• «I carabinieri del nucleo investigativo di Milano e quelli del nucleo speciale per l’Italia settentrionale, guidati dal maggiore Cucchetti e dai capitani Digati e Fichera, circondano lo stabile di via Maderno nella zona di Porta Ticinese. Un palazzo di ballatoi, ringhiere e gente tranquilla, immerso nel silenzio, in una anonima strada, non lontana dal luogo dove (nel 1974) il giudice Mario Sossi era stato liberato dalle Br, dopo il sequestro a Genova che per giorni e giorni aveva tenuto il Paese con il fiato sospeso. (…) Sono da poco passate le 18.30. Per giorni e giorni i carabinieri hanno seguito un uomo, senza destare sospetti. Lo hanno fotografato anche di notte con le sofisticate macchine agli infrarossi. Appostamenti, verifiche, dubbi, attese. Poi, la notte del sabato (ieri, ndr), l’arresto di tre brigatisti. Gli interrogativi che si trasformano in certezza: nel monolocale al quarto piano l’uomo con la barba bianca e il viso invecchiato rispetto alle foto segnaletiche è proprio lui: Renato Curcio, capo delle Brigate rosse. I carabinieri gli danno la caccia senza concedersi tregua dal 18 febbraio del 1975, da quando la moglie Margherita Cagol, nome di battaglia Mara, armi in pugno, lo aveva fatto evadere dal carcere di Casale Monferrato». [Leggi anche qui]