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 1979  settembre 12 Mercoledì calendario

Mennea vince il titolo mondiale e record dei 200 m piani

Pietro Mennea stabilisce il record mondiale nei 200 metri alle Universiadi di Città del Messico. Sulla pista dello stadio Olimpico Mennea è in quarta corsia. Alla partenza l’azzurro scatta con tempismo eccezionale, percorrendo poi la curva in modo esemplare. Alla fine il responso cronometrico è strabiliante: 19 secondi e 72 centesimi. Dietro di lui Tommie Smith, primo uomo al mondo ad aver corso i 200 metri in meno 20 secondi • «Ore 15.15. Il ragazzo andò ai blocchi, corsia numero 4. Cominciò a piovere. Gocce leggere, fitte, dolci. Il ragazzo guardò la pista, era liscia e consumata. Gli seccava che nei giorni precedenti fosse comparsa la scritta Petro Menea, il suo nome storpiato, senza la i e una n, e la nazionalità francese. Aveva tirato molto nelle tre prove precedenti, aspettare l´ultimo turno era un rischio. Partì con una fretta perfetta. 1.8 metri di vento a favore. Ci sono curve che ti restringono, sbandi, diventi piccolo, mentre ai lati i muri crescono. Pietro Paolo Mennea di Barletta corse la sua curva: senza perdere velocità, con la spalla sinistra più bassa, remò per contenere la sbandata. Il professor Carlo Vittori, suo allenatore, notò che i muscoli del viso non erano contratti. Faticava come una bestia invece il polacco Leszek Dunecki. Gli avevano detto di fare la gara sul ragazzo italiano, di stargli dietro. Ma dov´era? Laggiù, sei metri più avanti, in un altro secolo, già arrivato. 19´´72, record del mondo, nei 200 metri. «Il pubblico urlò. Io capii, ma non ero sicuro. Non c´erano tabelloni elettrici, allora. Mi girai. L´unico cronometro era alla partenza. Guardai le cifre, forse che avevano sbagliato anno? Eravamo nel ”79 non nel ”72, poi mi vennero tutti addosso, ci fu una grande confusione». Quel giorno l´Italia scoprì un altro Coppi. Veniva dal meridione, era magro, un po´ storto, molto contorto. Figlio di un sarto. Suo padre tagliava abiti, lui si cucì l´atletica addosso. Corse i primi cento in 10´´34 e i secondi in 9´´38. Una progressione strepitosa: dai 100 ai 150 metri alla velocità di 40 chilometri orari» (leggi qui l’articolo di Emanuela Audisio)