Comandini, 26 agosto 1867
• In Orvieto, nel parlare alla folla, dall’Albergo delle Belle Arti, Garibaldi pronuncia queste gravi parole: «O con me o senza me a Roma andrete ugualmente; questa è ora una necessità politica che si svolge da sè medesima: io non potrei nè affrettarne lo sviluppo, nè volerlo dominare
• In Orvieto, nel parlare alla folla, dall’Albergo delle Belle Arti, Garibaldi pronuncia queste gravi parole: «O con me o senza me a Roma andrete ugualmente; questa è ora una necessità politica che si svolge da sè medesima: io non potrei nè affrettarne lo sviluppo, nè volerlo dominare. ...L’Italia non è fatta. Chi impedisce di compierla sono, prima i preti, poi il Bonaparte. Avvertite, dico, il Bonaparte, non la Francia. Noi siamo per la fratellanza universale dei popoli. La Francia, i francesi dobbiamo amarla come sorella, come fratelli. Dicono che a Tolone sono preparati 40 mila soldati ai cenni del Bonaparte; ma noi non li temiamo. A Roma dobbiamo andare; senza Roma l’Italia non può costituirsi. Dobbiamo togliere quel cancro di mezzo al nostro paese. Quando accorrerà, respingeremo le minacce dei 40 mila col nostro valoroso esercito e coi volontari».