10 ottobre 1985
Tags : Achille Lauro • Il dirottamento dell’Achille Lauro
Achille Lauro: 51 ore di paura per gli ostaggi
• Alle tre del mattino l’Achille Lauro attracca a Porto Said. Tutti stanno benissimo, anche se sotto shock. I passeggeri hanno vissuto il loro incubo nella sala da pranzo. Tito Sansa sulla Stampa: «Bivaccavano in 400, stesi per terra o sulle poltrone con gli uomini costretti a orinare nel palco dell’orchestra in bottiglie e su coperte. Gli uni addossati agli altri, accanto a bidoni aperti contenenti nafta che i pirati minacciavano di incendiare se qualcuno si fosse mosso». Umberto Ricciardi, ostaggio napoletano: «Siamo rimasti in queste condizioni per 51 ore. Due giorni e due notti, per fortuna che il capitano veniva ogni due o tre ore per rincuorarci». La signora Fratus, ostaggio: «I terroristi erano gentili. Ci offrivano sigarette, ci portavano da bere e da mangiare.Con i bambini poi, erano addirittura carini, scherzavano con loro e gli davano i cioccolatini. Ma non ci perdevano di vista. Per due giorni non hanno chiuso occhio, avevamo sempre le armi puntate addosso». Un bambino di 3 anni, Francesco Veggia, conferma: «Ci hanno dato una scatola di biscotti grande così». E poi aggiunge: «Voglio anch’io un fucile vero come il loro». Dopo la liberazione ci sono state scene di grande euforia. La nave riprenderà la rotta originale. [Paolo Guzzanti, Rep. 10/10/85]