29 aprile 1993
La Camera salva Craxi
• La Camera (scrutinio segreto) vota quattro “no” alle richieste di autorizzazione a procedere avanzate dalla procura di Milano nei confronti dell’ex segretario del Psi Bettino Craxi: il primo “no” implica per i magistrati l’impossibilità di ordinare perquisizioni a Roma anche domiciliari e cioè di mettere le mani su registri, estratti conto, bilanci, contratti e così via (316 no, 245 sì); il secondo “no” riguarda i reati di corruzione continuata e aggravata commessi a Milano (291-273); il terzo “no” si riferisce alla ricettazione – consumata a Roma e a Milano – milioni e milioni che sarebbero finiti nelle tasche dell’ex segretario del Psi e dei quali era nota la provenienza illecita (307-253); il quarto “no” riguarda un episodio di corruzione avvenuto in un luogo imprecisato e a una data incerta (304-257). Via libera alle indagini per un episodio di presunta corruzione avvenuto a Roma (282-278) e per la ripetuta violazione della legge sul finanziamento dei partiti, ampiamente ammessa da Craxi (314-244). Di fatto, Craxi viene sottratto alle richieste inquisitorie del pool di Mani pulite per la stragrande maggioranza degli episodi criminosi considerati e contestati. In diverse città si svolgono spontanee manifestazioni di protesta. I ministri del Pds (Augusto Barbera, Vincenzo Visco, Luigi Berlinguer) e il verde Francesco Rutelli si dimettono dal governo varato il giorno prima da Carlo Azeglio Ciampi.