31 agosto 1993
Puntare forte sull’America e vergognarsene
• «In cerca di attenzioni e di rilancio internazionale, il direttore Gillo Pontecorvo e i suoi collaboratori hanno puntato forte sull’America, riannodando i perduti contatti con Hollywood, prestandosi a servire da vetrina promozionale per alcuni kolossal di sicuro successo, gentilmente pregando divi e divine di fare almeno una capatina al Lido. Il che sarebbe stato bello e istruttivo se l’operazione fosse nata da una convinzione sincera (…). E invece no. Proprio Gillo Pontecorvo l’ha ripetuto sin dalla cerimonia di apertura: il cinema in cui crediamo io e i miei compagni europei, è tutt’altro; abbiamo fatto venire gli americani per tenere buoni i mercanti e i fanciulli. Se torniamo in salute, apriremo le porte solo alla vera arte, in futuro. Ma come? Nella stessa serata Steven Spielberg, in versione toccata e fuga, si è preso un Leone d’oro alla carriera, mentre si proiettava il suo miliardario Jurassic Park, film-giocattolo per eccellenza. Nel futuro Pontecorvo dovrà dunque sforzarsi per chiarire meglio poetica, ideologia e intenti della mostra. Steven Spielberg è uno degli autori base dell’ultimo ventennio, un po’ più importante di Citto Maselli o Fabio Carpi. Venezia 93 è stata parzialmente salvata dagli odiati americani; e non solo per un fatto di mercato». [Claudio Carabba, Europeo 1993/38]