31 agosto 1983
Torna il dc Rondi, i comunisti non si oppongono
• Gian Luigi Rondi ritorna alla direzione prendendo il posto di Carlo Lizzani. «Undici anni fa se ne era andato sbattendo la porta, o forse gliela chiusero in faccia. Non si capì bene. In questo agosto 1983 lo stato delle cose è completamente cambiato. Intorno alla quarantesima Mostra c’è un’atmosfera di attesa euforica. Del resto già in aprile, quando si seppe che dalle baruffe del direttivo della Biennale per il cinema aveva vinto la componente democristiana (con la nomina di Rondi), quasi nessuno protestò. I consiglieri d’area comunista (guidati da Carlo Lizzani, direttore uscente) dettero il loro voto favorevole. (…) Gli oppositori di un tempo sono stati zitti. Solo Citto Maselli, indomito contestatore, ringhia duro: “Il ritorno di Rondi a Venezia è uno dei più forti segnali della restaurazione al potere”. Il neo direttore l’ha subito detto e ripetuto per tutto il mese della vigilia: “Una mostra degli autori per gli autori”, che è anche un ottimo slogan. (…) Alla fine ci si accorge che a Venezia non è cambiato molto. L’impianto resta quello che Lizzani aveva rilanciato e Luigi Chiarini cominciato a pensare. Le cose nuove nell’aria sono esteriori. Come l’addio all’elegante leone fuggitivo che era stato il segno distintivo dal 1979 al 1982, per fare posto alla nuova immagine, dorata e barocca, inventata da Piergiorgio Maoloni su suggerimento del neo presidente della Biennale Paolo Portoghesi, amante del genere». [Claudio Carabba, Europeo 1983/35]