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 2005  agosto 20 Sabato calendario

Muore Claudio Cesaroni

• Claudio Cesaroni, padre di Simonetta, muore per una pancreatite. «Per quindici anni ha lottato senza respiro, si è battuto con tutte le forze, si è improvvisato detective nel tentativo di smascherare l’assassino della figlia. Claudio Cesaroni, il papà di Simonetta, la vittima del delitto di via Poma, è morto a 66 anni, all’ospedale San Filippo Neri dove era ricoverato per il riacutizzarsi di una pancreatite. La famiglia, dignitosa e riservata come sempre, non ha reso pubblica la notizia fino a pochi giorni fa. Dipendente dell’Acotral, Claudio Cesaroni lascia la moglie Anna e la figlia maggiore, Paola ed è stato sepolto nel cimitero di Genzano. Quindici giorni prima di morire, quasi per un macabro scherzo del destino, Claudio Cesaroni aveva ricevuto dall’avvocato Lucio Molinaro (che assiste la famiglia Cesaroni dal 1990) una pessima notizia: la grande speranza legata alle tracce di sangue rilevate dai carabinieri nel palazzo sembra ormai sfumata. Le tracce ematiche, secondo i carabinieri del Ris, sono sicuramente di un uomo ma i test si fermano qui. Impossibile ricavare il Dna, una prova che avrebbe potuto servire ad incastrare l’assassino. Il sangue, in sostanza, era troppo poco e troppo “inquinato” anche per l’esame della Pcr, una ricostruzione al computer che permette di ricavare la catena genetica. Eppure, almeno secondo il legale, il caso di via Poma non è ancora definitivamente chiuso: “Il magistrato inquirente, il pm Roberto Cavallone ha avuto un’intuizione importantissima e forse risolutiva – ha spiegato l’avvocato Molinaro –. Il signor Cesaroni, malgrado il fallimento delle indagini tecniche, la pensava come me. E non ha mai smesso di combattere per assicurare alla giustizia e spronare i magistrati a riaprire il caso. Evidentemente – ha aggiunto il legale – agosto è un mese sventurato per la famiglia Cesaroni. Simonetta fu uccisa il 7 agosto. Chi ha ucciso la ragazza dovrà pagare anche per questa morte”. I cronisti che hanno seguito il caso di via Poma ricordano la forza di Claudio Cesaroni e anche la sua incrollabile fiducia nella giustizia, nonostante le mille delusioni ricavate da un’inchiesta che, troppo spesso, è sembrata a un passo dalla svolta: dall’arresto di Pietrino Vanacore all’incriminazione di Federico Valle, passando per un’impressionante serie di false piste. Ma la famiglia Cesaroni, pur nella sua amarezza, non ha mai smesso di credere nella giustizia». [Massimo Lugli, Rep. 3/9/2005]