18 febbraio 1975
Il furto di Raffaello e ora Curcio: Stato umiliato
• «A distanza di pochi giorni lo Stato ha subito offese
laceranti. Prima il furto di Raffaello e di Piero della Francesca a Urbino (il
6 febbraio scorso, ndr). Poi il
saccheggio minuzioso della collezione Grassi a Milano, infine l’azione
guerrigliera di Casale Monferrato che si è conclusa con la liberazione dal
carcere di Renato Curcio. Nel primo caso, il furto di opere d’arte, lo Stato di
è dimostrato alcora una volta incapace di conservare un patrimonio che non è
soltanto una testimonianza storica ma è anche un polo d’attrazione per i
turisti, una voce attiva nel bilancio nazionale. (...) Infinitamente più grave
è lo scacco che lo stato ha subito con la liberazione di Curcio. Qui siamo alla
umiliazione. (...) Si ripropone così il problema dell’ordine pubblico. Non
esistono più luoghi sicuri? Chiunque può sfidare lo Stato a suo piacimento,
entrare nei musei e portarsi via quadri, entrare nelle carceri e portare via prigionieri?È inevitabile che si chieda di
stringere i freni ed è giusto che si stringano. Ma come? Invocare una sorta di
stato d’emergenza contro la delinquenza (...) è certamente eccessivo». [Alberto
Sensini, Cds 20/2/1975]
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