La Gazzetta dello Sport, 26 luglio 2011
L’incendio di domenica alla stazione Tiburtina tiene in stallo il paese che va o ritorna dalle vacanze
L’incendio di domenica alla stazione Tiburtina tiene in stallo il paese che va o ritorna dalle vacanze. Le Ferrovie dello Stato promettono per domenica un ritorno alla normalità per il 75% dei convogli. Ieri un piglia-piglia di viaggiatori a Orte ha fatto gridare all’”assalto”, al “blocco del traffico”, ecc. S’è trattato in realtà di un Udine-Roma Frecciargento deviato proprio per soccorrere qualche centinaio di pendolari. Le agenzie hanno drammatizzato la calca che s’è creata, Trenitalia l’ha derubricata a normale ressa. Però i viaggiatori erano esasperati. La rete e le redazioni dei giornali sono invase da lettere di protesta.
S’è capito quello che è successo?
Direi di no. Si sa che c’è stato un incendio, durato
molte ore, che ha danneggiato in modo grave l’Acei, cioè l’Apparato centrale
elettrico itinerari. Come mai questo punto così importante della stazione
Tiburtina è andato a fuoco senza che si intervenisse subito? Nessuno risponde a
questa domanda, più importante dell’altra: come è accaduto? Non c’è risposta
comunque neanche a questo interrogativo. Intanto il sindaco Alemanno si
esercita nello stilare dichiarazioni di fuoco. «Questo brutto incidente creerà
problemi per il prossimo mese. Mi chiedo come sia possibile che nel cantiere
più importante d’Italia, nel cantiere vitale per la mobilità del nostro Paese
non ci siano stati o adeguati controlli o adeguate prevenzioni rispetto agli
incidenti. Questo non è possibile. Non possono essere i cittadini di Roma a
pagare questa situazione e non ci possono non essere responsabili. Chi sbaglia,
paga. Attendiamo chiarezza oltre che le Fs ripaghino gli investimenti e i costi
che stiamo subendo per ridurre i disagi dei cittadini». Anche i consumatori, come
al solito, esigono risarcimenti, senza i quali minacciano class action. Il
ministro Matteoli, che promette un’inchiesta, chiede invece ai viaggiatori di
pazientare e si dice pronto a riferire in Parlamento.
La stazione Tiburtina è davvero così importante?
Stride la grandiosità dei progetti che riguardano
questo snodo del traffico e la miseria del guaio che sta rovinando l’estate a
tanta gente. Tibiurtina è la seconda stazione di Roma, la attraversano fra i
500 e i 530 treni al giorno, contro gli 800 di Termini. Salgono e scendono
quotidianamente da questi convogli 15-20 mila passeggeri. È su questa stazione,
però, che hanno puntato fino ad oggi i vertici di FS: qui passerà l’alta
velocità, qui sarà realizzato un sistema integrato di trasporto concernente sia
le ferrovie che la città (metro B, linee urbane ed extraurbane, sistema
auto+treno ecc). Investimenti previsti per 322 milioni. Alla fine, Tiburtina
dovrebbe quadruplicare la propria movimentazione e diventare più grande di
Termini. Il progetto finale prevede, intorno alla stazione, complessi
immobiliari, centri direzionali e hotel, aree a verde attrezzate con servizi
culturali, sociali, sportivi, ricreativi. Cinquantamila metri quadri di
superficie, otto volumi galleggianti per i servizi, 57 scale mobili, 29
ascensori
E tutto questo viene messo a rischio da un paio
di zingari che rubano qualche quintale di rame…
Non è detto che la causa dell’incendio sia questa.
Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) tende anzi a ritenere un poco meno probabile,
come causa scatenante, il furto di cavi, anche se il loro comunicato la
continua a tenere in gioc «Eventi simili sono, per esperienza, attribuibili
prevalentemente a tre tipologie di cause: fulminazioni dirette di cavi
elettrici per scariche atmosferiche; contatti diretti su apparecchiature e/o
parti di impianto di segnalamento a bassa tensione per rottura e caduta linee
elettriche ad alta tensione (3mila volt) che forniscono energia di trazione ai
treni; manipolazioni e/o asportazioni di cavi o di collegamenti in rame o
alluminio che provocano anomali funzionamenti degli impianti, anche in tempi
differiti rispetto al momento del danneggiamento».
Come mai rubano il rame? Che ci fanno?
Il rame sta sui 6 euro al chilo. C’è tutto un
mercato parallelo, fatto di officine e laboratori che non ti chiedono mai dove
hai preso la merce che gli porti. Il furto dell’oro rosso è diventato uno dei
reati più frequenti e più redditizi. L’anno scorso sarebbe costato alle sole
ferrovie dieci milioni di euro. Proprio lunedì mattina i vigili urbani di Roma
hanno sequestrato in un campo nomadi di via Salone a Roma parecchio rame
rubato. Ci sono sei fermati. Potrebbe venire da Tiburtina, ma ancora non si sa.
In che modo il furto di rame danneggia il
traffico?
Ma non rubano mica solo quello che sta nei depositi
in attesa di essere utilizzato. Rubano proprio i cavi in esercizio e ne
derivano guai mica da poco. Per esempio, all’inizio dello scorso settembre un
furto alla sottostazione di Settebagni indusse danni all’alimentazione che
costrinsero a una deviazione dei Frecciarossa sulla vecchia linea ferroviaria,
con ritardi piuttosto gravi
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 26 luglio 2011]