5 giugno 1975
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Mara Cagol con borsetta e mitra a tracolla
• Un brigatista: «Mi alzai dalla tavola dove stava la radio al piano superiore, e andai alla finestra: mi prese un colpo nel vedere vicino alla porta un carabiniere. Corsi da Mara e l’avvertii che c’erano i carabinieri. Mara, urlando che era impossibile, si avvicinò alla finestra, l’aprì e si ritirò dicendomi che erano in tre. Mi chiese da dove potevano essere venuti perché non li aveva visti. In quei minuti ci fu un trambusto indescrivibile, io che caricavo armi e mi riempivo le tasche di bombe a mano, la Mara che correva imprecando a prendere scartoffie. Andammo giù per le scale. Davanti alla porta chiusa, io armato di pistola e quattro bombe a mano, la Mara con borsetta e mitra a tracolla, in mano valigetta e pistola. La Mara insisteva che bisognava prendere le auto e scappare mentre io volevo prendere con noi il sequestrato. Accortomi del casino che ci circondava volli verificare: aprii la porta e messa fuori la testa vidi che c’era un carabiniere all’angolo della casa. Mi invitò a uscire e cercai di prendere tempo per vedere dove fossero gli altri. Il mio temporeggiamento fece sì che altri due carabinieri uscissero dall’angolo e si mettessero allo scoperto. Dissi a Mara che avrei tirato le bombe e che tutti e tre i carabinieri si trovavano allo scoperto. Usciti, tirai la prima bomba, sentii un gran botto e vidi un fuggi fuggi di carabinieri fra urli e pianti. Uscii di corsa seguito da Mara, tirai un’altra bomba a caso. Mentre eravamo sotto il porticato sentimmo colpi alle spalle e urla. Mi voltai e vidi un carabiniere che correva, la Mara urlò di sparare. Tirammo tutti e due e quando era già disteso la Mara tirò ancora. La Mara urlò di prendere la macchina e di scappare. Un altro carabiniere ci prese sotto tiro e urlava. Gli dissi di non sparare che ci arrendevamo ma feci presente alla Mara che avevo ancora due bombe. Mentre il carabiniere si avvicinava tirai un’altra bomba ma lo mancai, si sentì un gran botto ma il carabiniere era in piedi. Era andata male. Urlai a Mara di svignare e di correre verso il bosco. Mentre correvo a zig zag sentii tre colpi attorno a me. Riuscii ad arrivare nel bosco e a buttarmi nella macchia. Di sopra sentivo la Mara che urlava imprecando con i carabinieri. Mi affacciai e vidi la Mara seduta che imprecava contro i carabinieri e fuggii. Durante la fuga sentii due colpi...». [Bocca 1988]