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 1978  agosto 25 Venerdì calendario

Luciani entra nel conclave che lo proclamerà papa

• Alle ore 16.30, 111 cardinali si riuniscono in conclave per eleggere il successore di Paolo VI, morto il 6 agosto 1978. «Non entrano né il decano Confalonieri, né il vicedecano Marella. Il camerlengo e segretario di Stato, Villot, è l’unico organo del collegio in piena funzione sia nella fase preparatoria sia in conclave e a lui è riservato il discorso “De eligendo pontifice” (col quale si chiama fuori dalla rosa di candidati). Ci sono a Roma pochi leader della vecchia guardia conciliare: degli elettori di Giovanni XXIII restano i cardinali di Genova Siri, di Varsavia Wyszynski e l’emerito di Montreal Léger. Tra chi ha partecipato all’elezione di Paolo VI sono ancora nel pieno diritto 8 porporati: Suenens, Alfrink, König, Rugambwa, Bueno y Monreal, Silva Henriquez, Quintero e Landazuri Ricketts. Per la prima volta sui novendiali s’accendono i riflettori dei media, che moltiplicano voci, appelli e manifesti… La rosa dei papabili è confusa. Non si sa, come poi qualcuno racconterà, che Benelli entra forte di oltre 50 voti, che poi si disperderanno; e non si intuisce che il duello Benelli-Pignedoli avrebbe annullato le chance di entrambi i contendenti. Chi sostiene il cardinal Poletti pare dimenticare che non è un caso se il vicario di Roma non diventa papa dal 1823, al tempo di Leone XII. In ogni caso, il conclave procede con ritmo bruciante». [Alberto Melloni, Corriere della Sera 16/4/2005] Anche perché fa molto caldo in questa estate romana. Così il cardinale Suenens: «La mia camera era un forno. Una specie di sauna, è difficile immaginare cosa vuol dire dormire in un forno. C’era solo una finestra, ma sigillata. L’indomani, con la forza delle mani, riuscii a far saltare i sigilli: che dono divino l’ossigeno e un po’ d’aria fresca! La mia stanza, la numero 88, era in comunicazione con la numero 86, assegnata al cardinale Duval. Dovevo passare attraverso quella per entrare nella mia. Io avevo l’acqua corrente in camera. Luciani, insieme a molti altri, disponevano invece solo di una brocca d’acqua». [Léon-Joseph Suenens, Ricordi e speranze, Edizioni Paoline]