La Gazzetta dello Sport, 18 luglio 2011
Poker, roulette, black jack arrivano su internet, nel senso che da oggi si possono giocare soldi veri, vincere o perdere, eccetera
Poker, roulette, black jack arrivano su internet, nel senso che da oggi si possono giocare soldi veri, vincere o perdere, eccetera. Anche se c’è un limite di mille euro oltre il quale non si può scommettere, è effettivamente come se si aprisse un casinò con un tavolo verde in ogni casa d’Italia: tutti, a qualunque ora del giorno e della notte, potranno collegarsi e rischiare. Se si pensa che da cinquant’anni vi sono località come Anzio o Taormina che chiedono di aprire un casino, e non gli viene concesso con pretesti morali, non si capisce questa liberalizzazione pressoché totale, perché naturalmente la storia dei mille euro è relativa: basta entrare in molti casino contemporaneamente, o in sequenza, e si può perdere molto più di mille euro.
Sarà davvero possibile rovinarsi a
questo modo?
Se vuole sapere la verità non lo ha ancora capito
nessuno. Oggi e nei prossimi giorni i siti di giochi (Pokerstar, Unibet,
Italypoker, Sisal Poker, Bwin ecc.) si limiteranno a una sperimentazione di
qualche ora, probabilmente fra le 17 e le 20. Tra l’altro proprio per capire
come funzionerà il meccanismo di controllo. Perché è chiaro che se io posso
perdere i mille euro nel primo sito, poi entrare nel secondo e perderne altri
mille, poi andarmene a giocare altri mille nel terzo e andare avanti così tutta
la notte… Beh, forse la cosa è meglio non farla, forse bisogna fermare tutto
prima. Senza contare che gli smanettatori di professione sono capaci di esser
presenti in più siti contemporaneamente…
Io sapevo che si poteva giocare già adesso.
Conosco un sacco di gente che si diverte col poker on line e non sono mai
arrivati i carabinieri.
Finora si mettevano in genere 250 euro e si
compravano un mucchio di fiches. Perse quelle si era eliminati. Con la rimessa
garantita, e la possibilità di giocare a lungo con la posta acquistata, mi pare
che non si sia mai rovinato nessuno. Ma adesso si gioca invece come ai tavoli
veri, cioè ognuno porta i soldi che vuole, ci saranno giocatori più ricchi
contro giocatori più poveri, eccetera. È di sicuro più divertente, ma molto
molto più rischioso. Per non parlare della roulette: i sistemisti saranno
capaci di passare le notti in bianco con la montante D’Alembert o il metodo
García, particolarmente adatto alla rete dove si possono tirare molti colpi in
pochi minuti…
Ma come mai il governo ha deciso tutt’a un
tratto…
Non si tratta di una decisione improvvisa. Quando ci
fu il terremoto dell’Aquila, fu emesso un decreto per il soccorso alle
popolazioni nelle quali era previsto che 500 milioni l’anno sarebbero venuti
dai giochi. Si stabilì uno speciale “gratta e vinci” e anche l’introduzione del
poker on line nella modalità non a torneo con una raccolta del 20% sulla
raccolta residua rispetto alle vincite. Dopo un periodo di sperimentazione, si
comincia a fare sul serio oggi, con l’aggiunta del black jack e dellaroulette. Resta fermo che ai vincitori
deve andare almeno l’80% del montepremi, una norma che non riesco a capire fino
in fondo, una norma che sembra più concepita per il Superenalotto che per i
veri giochi d’azzardo, dove sia il giocatore che il banco possono perdere tutto
(mentre il prelievo fiscale dovrebbe esercitarsi su quel 20% massimo che resta
al banco, e che potrebbe benissimo non esserci).
Quanto pensa di ricavare, lo Stato, da questi
giochi on line?
L’agenzia specializzata Agipronews calcola un
miliardo e mezzo al mese, per un totale di 18 miliardi l’anno. Ho l’impressione
che sia una cifra prudente. I monopoli l’anno scorso hanno incassato – da tutti
i giochi esistenti – 61,4 miliardi. Di cui all’erario sono andati 9,9 miliardi.
L’anno scorso il poker on line ha fatturato 3,1 miliardi. La puntata minima di
50 centesimi è invogliante e sufficientemente bassa per far sentire sicuri gli
inesperti.
I terremotati dell’Aquila, comunque, hanno già
ricevuto qualcosa di quei 500 milioni annui che dovevano essergli versati dal
sistema dei giochi?
Neanche un euro, finora. Ci ha fatto un’intera
puntata Report lo scorso maggio. Abbiamo visto la celebre Pezzopane, adesso
assessore alle politiche sociali del Comune, dichiarare: «Ad oggi di questi
fondi non ci sono tracce». E l’autore del servizio, Sigfrido Ranucci, intanto
si chiedeva: «L’industria dei giochi nel frattempo (due anni) ha fatturato
circa 120 miliardi. E nelle casse dello Stato ne sono finiti circa 20. Ma dove
sono andati i soldi destinati per legge alle popolazioni colpite dal
terremoto?». Il solito inseguimento di sottosegretari e ministri (incluso
Tremonti) per farsi spiegare il mistero non dava, come accade piuttosto spesso,
nessun risultat Tremonti e Giorgetti, sottosegretario all’Economia, si
guardavano bene dal farsi trovare
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 18 luglio 2011]